governo di merda
guardate, leggete e… meditate gente, meditate… altro che puttane.
http://www.youtube.com/watch?v=kFUUZh6e_Jo
fonte: http://www.rekombinant.org/old/article.html.sid=1505
Immaginario Il seduttore – Der Verführer
Rekombinator – Immaginario 04.02.2002
Invettiva anti-italiana e anti-Berlusconi di Giuseppe Di Grazia e Oliviero Toscani commissionata dal tedesco Stern a commento di collages ultracaustici sull’italietta.
Scrivere sull’Italia significa soffrire. Come italiano all’estero in ogni caso. E’ del tutto irrilevante che si vogliano raccontare momenti di felicità o di delusione. Sia che la Ferrari diventi campione del mondo, sia che a Roma un volo Alitalia sia cancellato perché il pilota non è tornato in tempo da un giro d’acquisti.
Scrivere oggi sull’Italia è altrettanto invitante che mangiare pizza norvegese. Ma oggi abbiamo Silvio Berlusconi. Un sedicente salvatore della patria. Uno che si rende ridicolo sul piano internazionale e che nel suo Paese fa modificare leggi a suo vantaggio. Tutto questo è abbastanza sgradevole. Ma l’aspetto più ripugnante in tutto ciò è che un numero tanto grande di italiani restino indifferenti. Forse la causa di ciò sta nella televisione. Che fa vedere una miscela di giochi a premi e di film d’azione, sport e show superficiali. Difficilmente c’è una trasmissione senza ragazze scarsamente vestite, le battute su culo e tette [in ital. nel testo], sederi e seni, provvedono all’ambiente spirituale. La televisione del paese è stupida, si è lamentata Franca Ciampi, la moglie del Capo dello Stato. Anche in altre sedi si trova da ridire sui programmi. Tuttavia in Italia c’è una variante pepata: Berlusconi è nello stesso tempo regista e interprete principale di questa televisione. Egli è capo del governo e tycoon della TV. E se avesse il seno, con tutta probabilità farebbe personalmente l’annunciatrice.
E’ facile prendersi gioco di Berlusconi, perché è un vanitoso maniaco del proprio ego, un arricchito (nel testo: parvenu’) e perché infrange le regole della democrazia. Ma è difficile disfarsi nuovamente di lui. Infatti Berlusconi sui mezzi di informazione dispone del più grande potere che vi sia in Europa. Praticamente gli appartiene l’intera televisione privata: Italia 1, Rete 4, Canale 5. Con le tre emittenti statali RAI, che come capo del governo può padroneggiare senza fatica, egli ha il controllo sul 95 % dei programmi mandati in onda. E si rifiuta ostinatamente di vendere il suo impero sebbene prima delle elezioni avesse enunciato proprio questo. Il padrone degli schermi e del paese si compiace del ruolo di impresario teatrale del potere. Egli non si presenta come un uomo politico, ma come il proprietario di un grande conglomerato d’imprese: lui comanda, gli altri obbediscono. Il potere per lui è come un afrodisiaco. A Napoli c’è un bel proverbio per definire ciò: comandare è meglio che fottere. Quest’uomo non ha visioni. Ha soltanto interessi. Ai cittadini ha promesso di far diventare lo Stato più snello ed efficiente. In realtà egli vuole soltanto foggiarlo su misura dei suoi tornaconti. L’Italia ha un presidente del Consiglio che è entrato in politica quando lo Stato e la Giustizia erano diventati pericolosi per lui.
E gli italiani gli fanno credito. Prima delle elezioni lo scrittore Dario Fo aveva ancora speranze. Egli insisteva per una forma di addestramento drastica, ma consigliabile, vista l’inettitudine dei suoi concittadini: "È come con i gattini, che devono diventare puliti", diceva il premio Nobel per la letteratura. "Proprio come con i gattini agli italiani si deve ficcare il muso nella cacca, perché infine capiscano". Ora, Berlusconi governa da oltre sette mesi e praticamente nulla è cambiato nel consenso popolare. Sia per indifferenza sia per generale istupidimento. Entrambe le situazioni sarebbero ugualmente negative e ambedue potrebbero avere le medesime conseguenze: l’Italia rovinerebbe in una dittatura morbida o in una democrazia autoritaria. Al massimo temperate dal quieto vivere e dalla sciatteria italiani.
Il comportamento del suo popolo incoraggia il premier ad operazioni rischiose. E’ incriminato per falso in bilancio? Allora togliamo semplicemente la fattispecie di falso in bilancio dal Codice penale! Per corruzione egli potrebbe essere portato davanti a un tribunale in Spagna? Mandiamo all’aria l’iniziativa di un mandato d’arresto europeo, che dovrebbe facilitare la caccia ai criminali internazionali e la loro cattura! Fino a che punto Berlusconi arrivi lo indica il processo SME-Ariosto, che si svolge a Milano attualmente. Berlusconi avrebbe corrotto dei giudici. Il ministro della Giustizia Roberto Castelli, un uomo della Lega Nord, facente parte della sua coalizione, voleva trasferire uno dei giudici del tribunale legalmente competente. Con ciò il processo sarebbe dovuto essere rimesso a ruolo e i crimini ascritti a Berlusconi prevedibilmente sarebbero caduti in prescrizione. Castelli non è ancora riuscito a spuntarla. Berlusconi considera i giudici come comunisti convertiti in toghe rosse. Il suo ministro della Giustizia accusa i pubblici ministeri di abuso della giurisdizione a fini politici. In conseguenza di ciò il direttivo dell’Associazione magistrati si è dimesso cosa accaduta un’unica volta circa mezzo secolo fa sotto il Duce del fascismo Benito Mussolini. Niente riesce meglio a Berlusconi del ruolo di vittima e perseguitato. In un sondaggio il 23 percento degli italiani lo vogliono mantenere come presidente del Consiglio anche se fosse condannato da una sentenza. Il 40% non esprime opinioni.
Chi essendo italiano vive all’estero medita di restituire il passaporto. I crimini di Berlusconi sono in sostanza gli stessi che molti italiani vorrebbero commettere o commettono: essi considerano le imposte come un carico ingiusto. La propensione degli italiani ad aggirare lo Stato è tanto grande quanto il loro piacere per la buona tavola. Molti di essi vedono Berlusconi come il loro modello. "E’ furbo" (in ital. nel testo), è proprio così scaltro.
"Gli italiani sono un popolo di filosofi cinici " dice l’intellettuale veneziano Massimo Cacciari. Nessuno ha attribuito alle promesse elettorali di Berlusconi importanza più grande di quella di una sonora scoreggia. "Per tutti era chiaro che subito dopo le elezioni sarebbero state dimenticate". Nonostante questo la borghesia, dal tabaccaio all’avvocato, l’ha votato. E proprio perché tutti ne avevano abbastanza della vecchia casta politica, la cui unica preoccupazione era mantenersi le proprie poltrone. Quegli elettori volevano finalmente gente che nella vita lavorativa avesse realizzato qualcosa. Proprio come Berlusconi. Il suo impero di compagnie di assicurazione, case editrici ed emittenti TV vale circa 20 miliardi di euro. Eppure l’uomo più ricco d’Italia vende volentieri la sua storia personale come quella di un tenace spiantato che si pagava gli studi come cantante sentimentale sulle navi da crociera. Ancor oggi alla conclusione di una allegra serata con amici e famigliari egli canta di preferenza il sempreverde "I Did It My Way" di Sinatra. Questo egli ha fatto. E davvero con successo. Ma da dove è venuto il denaro col quale egli ha realizzato la sua ascesa? Ebbene sì, egli lo ha… diciamo così: trovato. Qualcuno glielo ha dato. Chi? Mio Dio, che cosa chiedete mai, come può ricordarsene? Dopo tanti anni. Quest’uomo ha diffuso sempre qualcosa di losco. E ricordiamoci ancora bene: con l’aiuto del suo fraterno amico e premier Bettino Craxi ottenne proprio le leggi di cui fece uso per far correre i suoi affari come sull’olio. Era membro della loggia segreta P2. È stato condannato per falsa testimonianza. E, oh sì, per mesi un mafioso ha abitato presso di lui nella sua villa di Arcore.
Ma niente smuove Berlusconi. Nessuno può fargli alcunché, egli invece può tutto. Già anni fa si definì come "unto dal Signore". Si copre di lodi di sé come con un dopobarba. Essere smisurato significa per lui procurare al suo Paese nuova considerazione. Al centro della diplomazia italiana non c’è più Parigi e neppure Berlino, ma Washington. I potenti USA sono la Lega di Berlusconi: "Non mi interessa quello che dice Bush sono in ogni caso d’accordo". Si è gettato al collo del presidente USA in modo molto infantile, come se il texano fosse il suo paparino. Anche nel suo Paese Berlusconi si circonda di una coalizione di neofascisti, separatisti, parlamentari devoti e cariche esplosive come il sottosegretario alla Cultura. Vittorio Sgarbi si fa fotografare volentieri con signore dai décolleté abissali, talvolta in mutande. La sua linea culturale per il paese: "Sono fortunato di essere italiano! Noi italiani siamo più erotici di tutti gli altri uomini del mondo! Infatti l’Italia si rizza nel Mediterraneo come un fallo! Essere italiano è come essere un fallo in una donna!"
Purtroppo non tutti gli staffieri di Berlusconi sono altrettanto innocuamente divertenti. C’è il capo della Lega Nord Umberto Bossi. L’uomo è un agitatore da manuale. Fomenta nel paese il razzismo, fa incollare manifesti sui quali si legge: "Abbasso il couscous, viva la polenta!". Bossi è ministro per le Riforme. Una volta ha espresso il suo rapporto verso la Costituzione dicendo che si deve buttare la bandiera nazionale nel cesso. L’Europa gli è indifferente. Bossi continua ad ingiuriare l’Europa come "Sede di burocrati sovietici" e Bruxelles come "Centrale di pedofili belgi". Il partner ancor più pericoloso si chiama Gianfranco Fini. Nessuno sa che cosa pensi veramente il fascista convertito. Il capo di Alleanza Nazionale dovrebbe diventare ministro degli Esteri e sfugge come un’anguilla. Alle emozioni provvede soprattutto sua moglie. Porta sempre nella borsetta un revolver.
L’Italia con la spinta di Berlusconi ad affermarsi e con la sua coalizione di governo è diventata per l’Unione Europea un partner imprevedibile e veramente intollerabile. Quando il ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer due settimane fa si intrattenne a Roma, durante la conferenza stampa comune con Berlusconi si mostrò visibilmente a disagio. A lungo l’italiano mise il braccio attorno alle spalle di Fischer, il tedesco non lo guardò mai direttamente durante la stretta di mano. Berlusconi rimane imperturbabile. Egli è assolutamente certo che non ci sarà un altro caso Haider. Diversamente dall’Austria l’Italia è troppo grande e importante per venire isolata dal resto d’Europa. Il malumore si estrinseca soltanto nei rituali diplomatici. Ciononostante le speranze degli oppositori di Berlusconi in Italia riposano sull’Unione Europea. Leoluca Orlando, il fondatore del movimento antimafia "La Rete" e per anni sindaco di Palermo riflette: "Se oggi possiamo dire che la democrazia in Italia non è in pericolo è soltanto perché c’è l’Europa".
Nella società italiana la resistenza si va formando lentamente. I giudici si difendono, poco tempo fa 50’000 persone hanno dimostrato a Roma contro le nuove leggi restrittive dell’immigrazione, professori dell’Università di Firenze appellano a manifestare contro Berlusconi. I sindacati minacciano un’ondata di scioperi per le prossime settimane. Gli scioperi hanno messo in difficoltà ogni presidente del Consiglio in Italia e sovente tanto da costringerlo alle dimissioni.
Certamente l’immagine dei politici di sinistra è quella di notori guastafeste. Sotto il loro governo i cittadini dovettero fare sacrifici affinché l’Italia adempisse ai criteri per l’unione monetaria. Essi hanno dimostrato come a Roma si possa fare politica in modo serio. Adesso gli italiani si sono stancati di risparmiare e Berlusconi promette loro ciò che essi vogliono sentirsi promettere. Oltre a questo Berlusconi a confronto dei suoi oppositori politici appare pur sempre, anche esausto, come la miglior mucca da latte in un concorso zootecnico. Chi può bloccare questo se-duttore (gioco di parole fra: Verführer=seduttore e (Ver-) Führer=duce, Hitler)?
La sinistra è infiacchita. E fa arrabbiare i suoi sostenitori come Dario Fo. Il più combattivo intellettuale del paese chiede all’opposizione di lasciare il Parlamento, di incatenarsi ai semafori, fare lo sciopero della fame, insomma suonare l’allarme. Sempre Dario Fo scrive sul quotidiano francese "Le Monde": "Italia il nuovo fascismo è qui". Eppure i più grandi critici dell’Italia non stanno a Roma, ma all’estero. Questo colpisce gli italiani. Come i tedeschi, anch’essi sono molto sensibili. Ma essi non sono convinti che quei commenti siano giusti. In Italia si crede subito ad un complotto. Che diavolo hanno contro di noi? Che cosa si nasconde dietro? E’ semplicemente impossibile non amare noi italiani. O forse no?
Il testo è arricchito da collages fotografici molto pungenti.
(Stern n. 6, 31 gennaio 2002, traduzione dal tedesco, letterale quanto possibile, di José F. Padova, testo originale reperibile in: www.stern.de)
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