Il sistema Bocko: un nuovo algoritmo di compressione dei dati audio sviluppato all’università statunitense di Rochester che prende il nome dal suo creatore Mark Bocko. A me sembra un gran pacco, l’ennesima bufala degli espertoni informatici in materia di audio, questi cervelloni statunitensi dicono che non c’e’ differenza fra la qualità dell’audio digitale compresso (mp3, cd, e questo ultimo ritrovato della tecnologia di cui si sa ben poco) e quella dei dischi di vinile (lp, 45 giri, eccetera). In realtà il nuovo algoritmo di compressione ha poco in comune con i file mpeg-1 audio layer 3 (più conosciuti come mp3), ma è un tipo di audio generato da un computer simile ai file midi usati dai sintetizzatori virtuali che ricrea "virtualmente" il suono di uno strumento musicale. Qui si puo’ ascoltare la diffrerenza tra il formato mp3 e il formato Bocko: http://www.repubblica.it/popup/servizi/2008/compressioni/compressioni.html
Essendo io un vero e proprio maniaco del disco in vinile non mi fido molto delle dichiarazioni di chi secondo me vuole solo rivenderci l’ennesima ciofega elettronica per evidenti fini di lucro. Forse non sono imparziale essendo un accanito collezionista di vecchi dischi in vinile originali (e non), ma anche ammettendo che non c’è perdita di qualità, come dichiarano gli studiosi, non sarebbe solo questo il problema: le grandi copertine dei dischi di vinile non hanno forse il loro fascino? A me personalmente non dispiace ascoltare un vecchio disco graffiato che sfrigola e scoppietta come una padella di olio bollente dove si friggono delle patatine, sarà che sono un sentimentale… comunque qui sotto c’e’ l’articolo leggetevelo e traete le vostre conclusioni, io personalmente rimango affezionato ai vecchi LP che fra l’altro stanno avendo un revival e una ripresa delle vendite (stanno ricomparendo anche nelle varie catene di negozi specializzati come Ricordi ed altri), senza contare che le vendite dei giradischi Technics MK2 e altri modelli analoghi già nel 2000 hanno superato di gran lunga le vendite di chitarre elettriche (fino ad allora gli strumenti più venduti nel mondo) in una vera e propria inversione di tendenza… Questo come ce lo spiegano gli esperti? Non sarà che la gente si sta rendendo conto dei pacchi che hanno preso a partire dall’avvento dei compact disc? Ai posteri l’ardua sentenza
Il vostro amichevole vicino…
THX 1138
da http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/scienza_e_tecnologia/musica-digitale/musica-compressa/musica-compressa.html
TECNOLOGIA & SCIENZA
Annuncio di un gruppo di scienziati dell’università Usa di Rochester
con la nuova tecnologia dati immagazzinati con enorme risparmio di spazio
Musica digitale, ecco l’erede dell’Mp3
venti secondi di clarinetto in 1Kb
"Il computer riproduce l’originale basandosi su tutto quello che sa sullo strumento"
L’esperto: "Ma il suono non viene compresso, è generato come nei file midi"
di GIOVANNI GAGLIARDI
Musica digitale, ecco l’erede dell’Mp3 venti secondi di clarinetto in 1Kb
ROMA – Venti secondi di suoni prodotti da un clarinetto in appena 1 kilobyte di spazio. E’ quello che sono riusciti ad ottenere gli scienziati dell’università statunitense di Rochester. Mark Bocko, professore in progettazione elettrica e computer, assistito da Xiaoxiao Dong e Mark Sterling, hanno messo a punto una tecnologia che rappresenta informazione musicale con un’efficienza 100 superiore a quella dell’Mp3. Risultato: una brano può essere misurato in kilobyte anziché megabyte. Per capire l’enorme guadagno di spazio basta fare due conti: un megabyte equivale a 1000 kilobyte. E in un cd da un’ora, di megabyte ce ne stanno 650. Ma c’è già chi avanza molti dubbi.
L’annuncio dell’equipe di studiosi americani è stato fatto all’International Conference on Acoustics Speech and Signal Processing. Nulla a che vedere con le tradizionali tecniche di compressione: questo nuovo approccio cerca di ricreare musica grazie a una prestazione virtuale: "Nel suonare la musica il computer riproduce le prestazioni originali basandosi su tutto quello che sa circa i clarinetti e su come si debbano suonare", hanno spiegato gli scienziati. Insomma, non una riproduzione digitale del suono precedentemente registrato, ma una vera e propria nuova performance. Il suono, invece di essere riprodotto viene ricomposto, ed è conservato con una quantità enorme di dati in meno.
I DUE FORMATI AUDIO A CONFRONTO
"Non si tratta di compressione di audio che proviene dal mondo fisico, ma di generazione di suono sintetico, una sorta di Midi", spiega Leonardo Chiariglione, fondatore e presidente del gruppo Mpeg, il comitato tecnico dell’ISO incaricato di definire degli standard per la rappresentazione digitale di audio, video e altri tipi di contenuti multimediali. "Non ho dubbi che la gente di Rochester abbia fatto un buon lavoro modellando la fisica del clarinetto – aggiunge Chiariglione -. Il problema è che queste cose le avevamo già fatte molti anni fa, tant’è vero che sono già previste nello standard Mpeg-4 e vanno sotto il nome di Structured Audio".
Bisogna aggiungere che le notizie che arrivano da Rochester non sono molte. La procedura messa a punto, per ora, non prevede contemporaneità di suoni e non viene spiegato come si possano riprodurre segnali non originati da fonti tradizionali. I testimoni che hanno assistito ai primi esperimenti, di cui riportiamo un esempio, spiegano che è difficile distinguere una performance umana registrata in Mp3 e una ‘virtuale’, realizzata usando il nuovo formato di compressione. E, inevitabilmente, si torna all’eterna querelle tra analogico e digitale o, come puntualizza Chairiglione "tra performance reale e performance virtuale".
"Alcuni pensano che il vinile sia più caldo del cd – dice senza esitare Leonardo Chiariglione – e non ho naturalmente nulla da dire sui gusti altrui. La musica che esce dal cd è indistinguibile dall’originale, e si tratta di esperimenti fatti ben 25 anni fa. Con Mpeg abbiamo sviluppato vari stadi di compressione audio, tra i quali l’Mp3, al termine dei lavori abbiamo condotto delle prove per testare la qualità dell’audio rispetto al cd originale. La risposta degli esperti è sempre stata la stessa: se il tasso di compressione è molto elevato spesso si sente la differenza. Altrimenti è indistinguibile".
Insomma i puristi devono mettersi con l’animo in pace e indirizzare le loro rimostranze verso chi usa un tasso di compressione troppo elevato o una velocità di trasmissione (bitrate) troppo bassa. "Se si comprime in Mp3 a 192 Kbyte al secondo, non c’è perdita di qualità. Nello standard AAC si può arrivare a 128 Kbyte al secondo. Ma usando gli ultimi formati si riesce a scendere molto, rimanendo su quella che chiamiamo ‘trasparenza del suono’. Addirittura si può trovare ottima musica a 16 Kbyte, usata nelle reti mobili".
E Chiariglione anticipa a Repubblica.it, che con il suo gruppo sta lavorando ad un nuovo algoritmo, in grado di riprodurre al meglio la musica o la voce, e musica e voce insieme. "Per ora c’è il formato AMR, che funziona bene per il parlato e l’AAC per i brani. Stiamo lavorando a qualcosa che funzioni bene per tutti e due insieme". La nuova ‘creatura’ del gruppo Mpeg non è ancora stata battezzata: "La chiamiamo ‘Unified speech and audio coding’, ma è un nome destinato a cambiare".
(4 aprile 2008)
info
audio analoggico:
http://it.wikipedia.org/wiki/Disco_in_vinile
http://en.wikipedia.org/wiki/Vinyl_records
http://en.wikipedia.org/wiki/Technics_SL-1200
http://en.wikipedia.org/wiki/Analog_signal
audio diggitale:
http://it.wikipedia.org/wiki/MP3
http://en.wikipedia.org/wiki/Compact_disc
http://en.wikipedia.org/wiki/Digital_audio
audiofilia:
http://en.wikipedia.org/wiki/Audiophile
Technics SL-1200 FAQ:
http://www.wakata.cz/kutiluv%20koutek/SL1200.htm
http://music.hyperreal.org/dj/sl1200.html
http://www.clurican.com/musica/nozioni_elettroacustiche/technics1200/technicssl1200mk2.htm
Vinyl Heaven:
http://www.arar93.dsl.pipex.com/mds975/Content/vinyl01.html