William S. Burroughs “The Cat Inside” – estratto # 2

Mentre trascrivo questo testo di Burroughs il mio gatto Bubu (nella foto qui sopra) dorme tranquillo sul divano accanto a me. E’ un gatto nero di un anno e due mesi, mezzo randagio; suo padre e’ un gatto che vive nel bosco e non si fa mai avvicinare (entra in casa solo mentre dormiamo o quando non ci siamo) neanche quando ha fame. Bubu, al contrario, e’ molto compagnone e ha sempre voglia di essere coccolato. Consiglio la lettura di questo libro (se ancora riuscite a trovarlo in libreria!) a tutti, non solo agli amanti dei gatti.

Da "Il Gatto In Noi", William S. Burroughs. Adelphi, 1994; Milano

" […] La notte scorsa ho incontrato in sogno un gatto con il collo lunghissimo e un corpo da feto umano, grigio e traslucido. Lo coccolo. Non so se ha bisogno di qualcosa, ne come fare a dargliela. Altro sogno, anni fa, di un bambino con gli occhi sulle antenne. E’ molto piccolo, ma sa camminare e parlare. << Non mi vuoi? >>. Di nuovo, non so come prendermi cura di quel piccolino. Ma con tutto il mio essere voglio proteggerlo e nutrirlo! Proteggere gli ibridi e i mutanti nel vulnerabile stadio dell’infanzia e’ proprio la funzione del Guardiano. 

Le testimonianze indicano che i gatti sono stati addomesticati dapprima in Egitto. Gli egizi immagazzinavano il grano, che attirava i roditori, che attiravano i gatti. (Non vi sono prove che sia accaduta la stessa cosa presso i maya, benche’ nelle loro terre vi sia un certo numero di gatti selvatici). Questo tipo di ragionamento secondo me non e’ corretto. Sicuramente la storia e’ un’altra. I gatti non hanno cominciato con l’essere cacciatori di topi. Donnole, serpenti e cani sono molto piu’ efficaci come agenti anti-roditori. Io avanzo l’ipotesi che i gatti nascano come compagni psichici, come spiritelli del focolare, e che non abbiano mai deviato da questa funzione.

[…]

Il gatto non offre servigi. Il gatto offre se stesso. Naturalmente vuole cura e un tetto. Non si compra l’amore con niente. Come tutte le creature, pure i gatti sono pratici. Per capire una questione antica bisogna riportarla al presente. Il mio incontro con Ruski e la mia mutazione in uomo-gatto rimettono in scena il rapporto tra i primi gatti domestici e i loro protettori umani.

Si consideri la varieta’ dei felini selvatici, molti delle dimensioni di un gatto domestico, alcuni notevolmente piu’ grandi, altri decisamente piu’ piccoli, tali da avere in eta’ adulta la taglia di un gattino domestico di tre mesi. Numerosi, in questo lignaggio gattesco, sono quelli che non possono essere addomesticati a nessuna eta’, tanto sono fieri e selvaggi nel loro spirito felino. Ma con la pazienza e gli incroci… otto etti di gatto senza pelo, sinuoso come una donnola, d’incredibile finezza, con lunghe zampe sottili, denti aguzzi, grandi orecchie,e  occhi di un lucente colore ambrato. Non e’ che unadelle esotiche selezioni che fanno spuntare prezzi sbalorditivi nei negozi di gatti… gatti volanti e plananti… un gatto di un blu elettrico acceso,emanante un leggero odore di ozono… gatti acquatici con zampe palmate (torna in superficie con una grossa trota tra le mandibole)… delicati, sottili agtti di palude dall’ossatura leggera e larghe zampe piatte, possono sfrecciare su sabbie mobili e fango a incredibile velocita’… minuscoli gatti lemuri con occhi enormi… un gatto scarlatto-arancione-verde dalla pelle di rettile, lungo collo nerboruto e zanne al veleno – un veleno simile a quello del polpo dall’anello azzurro: fai due passi e cadi a faccia i giu’, e un’ora dopo sei morto… gatti moffetta con uno spruzzo mortale che uccide nel giro di secondi come artigli nel cuore… e gatti con artigli velenosi che schizzano il veleno da una grossa ghiandola posta al centro della zampa.

E poi ci sono i miei gatti impegnati, in un rito vecchio di migliaia di anni: leccarsi tranquilli dopo il pasto. Animali pratici, preferiscono che siano gli altri a provvedere il cibo… alcuni invece no. Deve esserci stat una scissione precisa tra i gatti che hanno accettato di l’addomesticamento e quelli che non l’hanno accettato.

Torniamo pure, con un sospiro di noia, allo stato attuale. Ci saranno via via sempre meno begli animali esotici. Gia’ estinto e’ il gatto messicano senza pelo. I minuscoli gatti selvatici, pesanti tra il chilo e il chilo e mezzo, che possono essere facilmente addomesticati, si fanno sempre piu’ rari, distamti – melanconici spiriti smarriti, in attesa di una mano umana che non verra’ mai, fragili esseri mesti come una barchetta di foglie morte che il bambino spinge nello stagno. O i fosforescenti pipistrelli che spuntano ogni sette anni riempiendo l’aria con impossibili tumulti di profumi… i melodiosi richiami lontanidei gatti pipistrello e dei lemuri plananti… le foreste pluviali del Borneoe del Sudamerica… Stanno scomparendo… e per lasciar posto a cosa?

[…]

Come dice Brion Gysin << L’uomo e’ un animale cattivo! >>. "

Trascritto da THX 

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