Archive for the ‘letteratura’ Category

Consumate il futuro! – la letteratura di J. G. Ballard

Monday, November 5th, 2007

L'immagine “http://streptos-music.noblogs.org/gallery/672/re_search%20%238-9%20cover.JPG” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.

Ieri sera al centro sociale Next Emerson a Firenze e’ stato presentato il saggio su James G. Ballard "Consumate il futuro!" di Manuela Puvia, edito da Collane di ruggine.

Quarta di copertina e prologo di M. Puvia

Perche’ pubblicare un libro di critica su J. G. Ballard? Perche’
proprio lui? E’ un autore blasonato, probabilmente anche ricco, che
non ha certo bisogno di noi per emergere. In piu’ noi non siamo una
casa editrice ne’ ci interessa diventarlo. Siamo uno strano mix che
unisce frattaglie del collettivo Autistici/Inventati e abituali
autoproduttori sparsi per l’Italia. L’opera di Ballard per noi e’ la
scusa per parlare del rapporto tra uomo e tecnologia, un tema che nel
nostro presente di post-rivoluzione informatica, nel fiorente sviluppo
di biogenetica e biomeccanica, non é questione da poco. Si tratta di un
testo ricavato da una tesi di laurea, che inquadra Ballard in una
dimensione antropologica. Confronta le suggestioni e l’immaginario del
suo mondo con quanto l’uomo moderno (o postmoderno, o quello che
preferite) prova quando si rivolge alla tecnologia, quando scopre la
propria identita’ mutata e si ritrova a interrogarsi sul futuro. Il
sapere tecnico non sembra essere reversibile, dai videogiochi alla
bomba atomica, non c’e’ ritorno da Nagasaki. Con la tecnologia e’
necessaro confrontarsi/scontrarsi in maniera critica, non
convenzionale. Questo testo e gli altri che speriamo seguiranno,
vorrebbero contribuire un poco a nutrire questo tipo di riflessioni, ad
accrescere per primo in chi li scrive e pubblica la propria capacita’
di interpretare il reale e di sopravvivergli.

Manuela Puvia e’ una giovane e scapestrata carrarina trasferitasi a Firenze diversi anni orsono.
Laureata
in Scienze dell’educazione a Firenze sbarca il lunario da buona
precaria flessibile. Appassionata di fantascienza e filosofia,
contaminata irrimediabilmente da cyber e punk, da che mondo e’ mondo
sbandiera ai quattro venti le ragioni dell’antipsichiatria e le
aberrazioni delle istituzioni totali. In direzione ostinata e contraria.

Prologo

Il libro che state sfogliando nasce originariamente come una tesi di laurea dal titolo “Psicogeografie del contemporaneo: a partire da J. G. Ballard”. Rispetto al testo originale abbiamo apportato alcune modifiche, eliminando un capitolo e invertendo l’ordine degli altri due, ossia l’inizio di questo libro è in realtà la parte conclusiva della tesi, per questo manca forse un’introduzione più generale alla poetica dell’autore e al legame che la unisce al rapporto tra essere umano e tecnica.

Vorrei quindi cercare di spiegare perché la scelta di un autore come Ballard e quali sono le suggestioni contenute nei suoi libri che possono trasformarsi in riflessioni di ampio respiro sul mondo ad alta intensità tecnologica in cui viviamo.

La fantascienza, come suggerisce il termine stesso, è un genere letterario attento a registrare e descrivere i mutamenti possibili che il grado di sviluppo tecnico e scientifico di una data epoca lascia presagire, in altre parole “le fantasie della scienza” di un futuro mai troppo lontano.

La fantascienza ballardiana mantiene un legame stretto con quelle che sono le mutazioni identitarie e dell’ambiente di vita provocate dagli sviluppi della tecnoscienza,ma la sua particolarità sta nel descrivere i mutamenti in atto in un’ottica differente rispetto a quella degli scrittori della sua epoca.

A metà degli anni Cinquanta, quando Ballard comincia ad affermarsi come scrittore, il genere fantascientifico è contraddistinto dalla “space opera”, ossia da storie il cui fulcro ruota attorno alla scoperta di nuove dimensioni interstellari, di viaggi nello spazio alla ricerca di pianeti sconosciuti e civiltà extraterresti.

Ed è proprio a questo genere di trame, con poche variazioni sul tema, anemiche di critica verso il progresso tecnoscientifico, incapaci di far riflettere il lettore sui cambiamenti in atto nella società, che Ballard si oppone, considerando la fantascienza ben altro che una letteratura d’evasione.

Nel saggio apparso sulla rivista New Worlds nel 1961, “Qual’è la strada per lo spazio interno?”, l’autore definisce gli intenti della sua poetica e le tematiche che, a suo avviso, anche gli altri scrittori di fantascienza dovrebbero prendere in considerazione, per non relegare il genere ad una letteratura-passatempo: la nascita della società dei consumi, l’invasione mass-mediatica, le tecnologie asservite all’industria bellica, farmaceutica, al controllo della vita degli individui, le nocività che sempre di più intossicano e devastano il nostro ambiente di vita, la logica del profitto e del mercato come unica e incontrastabile ragione che muove le fila di tutto il sistema.

Questi sono gli aspetti della vita di tutti i giorni che interessano lo scrittore, di questo parlano i suoi libri, voltando le spalle allo spazio e descrivendo le mutazioni radicali in atto sulla terra, l’unico pianeta veramente alieno.

Ed in questo viaggio in cui Ballard mette in mostra le quotidiane atrocità umane, la sua ricerca muove verso l’interiorità dell’individuo, verso quel territorio mobile e non delimitabile attraversato da affetti, sogni, desideri, potenza di trasformazione: l’inner space.

In questo spazio inconscio (dal sapore dichiaratamente surrealista) le nostre percezioni del presente, sovraccarico di flussi informativi ed edulcorati diktat di ogni genere, si fondono con le immagini trasmutate del passato (non soltanto della nostra storia individuale, ma di quella di tutto il regno biologico, secondo il principio ballardiano per cui l’ontogenesi ricapitola la filogenesi) e danno vita ad una rielaborazione personale dell’esistente, creano un altro mondo.

In libri come La mostra delle atrocità oppure Crash è particolarmente evidente questo rifiuto da parte dei protagonisti di accettare la realtà così com’è e di sfidarla invece al suo stesso gioco, rivoltando contro se stessi i processi che hanno creato quest’insanabile frattura tra un mondo dalla geografia esaurita e costantemente in svendita e l’individuo che assomiglia sempre di più all’handicappato motorio superequipaggiato di Virilio.

Solo tramite la rottura della norma sociale, attraversando situazioni limite, da catastrofe imminente o già avvenuta, sfidando la benevola tirannia della società dei consumi e le sue regole, i suoi personaggi riescono a ri-fare il mondo e a conservare quel poco di umanità che gli altri protagonosti -comparse del grande romanzo della vita hanno perso.

Ed è proprio questa potenza di trasformazione, questa intensità inconscia ed immaginativa che ci attraversa che collega la poetica ballardiana alla riflessione sulle origini del rapporto tra l’essere umano e la tecnica.

L’essere umano è un animale tecnico, poiché date le sue carenze biologiche ed istintuali non sarebbe mai sopravvissuto in un mondo che non si pone all’origine come naturale dimora.

Il senso della tecnica, quindi sta tutto nel vedere oltre il presente la dimensione del possibile e trasformare il già dato, l’inutilizzabile in qualcos’altro che possa avere un senso.

Per questo quando si parla di tecnologie penso sia importante risalire all’origine del rapporto che vede la nostra specie legate a doppio filo alla tecnica, per non perdere la misura delle cose, ossia per considerare il mezzo tecnico come uno strumento che comunque non ha vita propria.

Questo non significa restare ciechi e sordi di fronte alla non neutralità del sapere tecnico, ai suoi molteplici usi nelle mani di pochi (penso alle multinazionali del farmaco, all’industria bellica, al controllo permesso dalle strumentazioni “amiche”), né accettare acriticamente e passivamente il “progresso” come un dio benevolo che ci guarirà da tutti i mali, ma neanche vuol dire rassegnarsi ed incrociare le braccia aspettando che un miracolo ci riporti indietro, in un paradiso perduto o che un esercito di robot prenderà coscienza e farà fuori i suoi creatori.

Anche perché non è delle macchine “intelligenti” che ho paura, ma della stupidità umana, di quell’incapacità di sentire e di pensare, della corsa al profitto, della competizione, delle idiozie mass-mediatiche bevute prima di addormentarsi, del sogno della merce durante la notte, delle stragi in nome della pace e della democrazia, di tutto ciò che ci rende consumatori e produttori prima che esseri umani: sempre più simili alle macchine, senza il dono dell’immortalità.  


cito dal blog di Collane di ruggine – http://collanediruggine.noblogs.org/:

Non siamo una casa editrice ne’ un progetto editoriale nel senso
classico del termine, non ci interessa guadagnare un centesimo dalla
pubblicazione di questi testi e non abbiamo scelto l’editoria come
unico mezzo di espressione.
Siamo un’accozzaglia di intenti e progetti che hanno trovato una scusa per lavorare insieme.

Il
principio che sta alla base di tutto e’ quello dell’autoproduzione, del
Do It Yourself. Troviamo delle cose che ci piacciono e ci mettiamo in
moto per farle conoscere, semplicemente. Si tratta di sporcarsi le
mani, di mettere in gioco cervello sangue e cuore senza rimanere
lontani ad osservare futuri disegnati da altri.

Tutto questo e’
facilitato dalla coproduzione, un metodo tutto interno al D.I.Y che si
sta diffondendo specialmente negli ultimi anni e finora e’ rimasto
legato quasi esclusivamente alle autoproduzioni musicali.
Prima un
gruppo si affidava a un’etichetta che curava in toto pubblicazione,
distribuzione e promozione del disco, da qualche anno invece si manda
in giro il proprio lavoro e si chiede a chi lo apprezza di unire le
forze per produrlo. E’ evidente che in questo modo sara’ piu’ facile
trovare i soldi necessari, ma i vantaggi non sono solo economici. Nel
tempo si e’ creata una rete molto fitta di persone e progetti, una
community (si direbbe in altri ambiti) tenuta insieme dalla voglia di
produrre e veicolare dei contenuti e dalla voglia di farlo da soli,
senza il patrocinio o la supervisione di nessuno. Un disco prodotto
cosi’ e’ un disco seguito e amato dall’inizio alla fine, un disco che
gia’ solo nella produzione e’ stato arricchito dalle energie di tutti
quelli che lo hanno considerato interessante.

Ecco noi abbiamo
voluto provare ad applicare questo metodo anche ai libri e non
nascondiamo che il concetto che sta alla base vorremmo trovarlo in
tutto quello che facciamo.
Per il momento siamo 5 coproduttori. 

risorse 

Scansioni di alcune pagine del volume Re/search N° 8/9 – J. G. Ballard (album james ballard)

[ebook ITA] J.G. Ballard – Crash.pdf

[ebook ENG] Ballard, J G – Crash.pdf

JG Ballard – The Wind From Nowhere.txt

JGBallard-TheBurningWorld.txt

link

http://www.ballardian.com/ 

http://www.cronenbergcrash.com/ 

http://www.solaris-books.co.uk/Ballard/ 

http://en.wikipedia.org/wiki/James_Ballard 

Voi siete qui

Friday, October 26th, 2007

da http://www.vernacoliere.com/edicola/index.php

Dopo 'r Vaffanculo-Dèi
MINACCIATO
GRILLO
N'hanno caàto
sur blògghe
E' una caàta virtuale
ma l'avvertimento è chiaro
Sospettati I CULI della CASTA

L'antefatto

L’8 settembre, davanti a una folla immensa convenuta a Bologna da tutta Italia, il comico genovese Beppe Grillo ha celebrato il “Vaffanculo Day”, giornata indetta sul suo famoso blog a sostegno d’una proposta di legge d’iniziativa popolare basata su tre punti: via dal Parlamento i condannati, eleggibilità limitata a due sole legislature, ripristino del voto di preferenza. La proposta, per la quale sarebbero state sufficienti 50mila firme, ha superato le trecentomila. Ed è scoppiata la bufera sulla partitocrazia e sulla sua privilegiata casta di rappresentanti eterni ed intoccabili.

****

Le 'ndagini l'ha subito prese 'n mano 'r Risse, che sarebbe 'r famoso Reparto Scentìfio de 'arabinieri. Che appena 'r maresciallo s'è trovato davanti quella popò di caàta sur compiùte, cià messo di volata 'r naso !

– Ma 'un puzza mia!- ha fatto un po' sorpreso.
– Un puzza no, maresciallo, è 'na caàta virtuale! – n'ha spegato Grillo, che i carabinieri l'aveva chiamati subito lui, tutto 'mpenzierito.

Capirai, un avvertimento a quer modo…Tremendo per la caàta in sé, che pole volé di' un fottìo di 'ose, e tremendo anche a sapé chi è stato !

T'avessero fatto trovà 'na testa di 'avallo tagliata dentro 'l letto, potevi di' è la mafia! O sennò un proiettile spedito 'n una busta a casa, quella è 'na specialità de' brigatisti! O magari 'na bolletta da coccolone della luce o der gasse o der telafano o anche un avviso delle tasse, lì c'è dietro i terroristi delle 'stituzzioni!

Ma una caàta sur brògghe, quella ti ce la por fà chiunque! Un brògghe è aperto a tutti, e tutti ti ci possano scrive' cosa ni pare! Vabbene che scrive' è 'na 'osa e caà un'artra, ma di vesti tempi c'è gente che scrive propio delle gran caàte , ortre che dille! Basta aprì un giornale o sentì la televisione, hai voglia te di stronzoli e stronzate!

Eppoi via, finora le caàte adoperate 'ome minaccia te le potevi ritrovà sull'uscio di 'asa se presempio 'un la smettevi di sgocciolà 'panni sur terrazzo di sotto, o magari ni ciavevi scosso i tu' tappeti sudici da anni, e più che minacce vere e propie erano ritorzioni fra coinquilini, che poi ne' condomini c'è sempre le ruggini antìe di quando te magari ni davi le pedate ar su' cane perché ti pisciava all'uscio o ni strusciavi 'r culo alla su' moglie 'n ascenzore…

Era 'nzomma l'uso sociale della merda, una tradizione che poi tuttarpiù poteva sfocià nella solita scazzottata, ortre che nelle solite letiate fra donne colli zoccoli 'n mano ! Ma 'un era mai l'adoperamento della merda come minaccia grave, per dire 'nzomma attento alla tu' vita, brutta merda!

Perché ner caso di Grillo è propio questo che si deve penzà, stante 'r successo der 'su Vaffanculo dèi! Tanto n'ha detto bellomio, a' pezzigrossi de' partiti! Si, quelli della Casta, per capissi! Tutta vella banda 'ncollata ar seggiolone e a tutti ' privilegi annessi, gente che entrano ne' partiti da piccini e sortano dar parlamento dopo morti!
Delinguenti e ladri – n'ha detto Grillo – mangiapane a ufo, rincoglioniti, andate a lavorà… Tutte affermazioni da rischià parecchio, speciarmente a dinni d'andà a lavorà! Dé, te lo 'mmagini? Ni ci vorrebbe l'autobru anche per quello, ortre che per quello, ortre che per andacci a giro per i 'azzi sua! Assai di brucianno anche l'aroprani, certi ministri, come Rutelli e Mastella che ci sono andati perfino a vedé 'r Granpremio di Monza, e 'n tanti ci si son fatti anche le 'ase bru, a sta' ar seggiolone! E dice fra poìno ciavranno perfino le fie bru, perché se finora i rappresentanti i rappresentanti der popolo hanno mangiato, bevuto e viaggiato gràtisse devano anche trombà! Di modo e maniera che così 'un ci saranno più certi brutti episodi come quello dell'onorevole Mele, che per andà a puttane cià dovuto mette' la cocaina di tasca sua!

E ecco perché ora i sospetti per quella caàta sur brògghe di Grillo s'indirizzano su' culi della Casta! No, mia per nulla, ma te a uno che ortre a guadagnà una frana di vaìni cià anche l'auto bru, la casa bru, l'aroprano bru e fra poìno anche le fie bru, vanni a di' che ni vòi sfa' 'r partito, come ni dice Grillo! Che di siuro è un'affermazione grave pervìa che senza i partiti 'un c'é demograzzia, ma se oramai i partiti son doventati piuccheartro 'r sistema di mantené la greppia a chi campa sopra e tutti fanno di tutto per arrivacci anche loro a sistemassi per la vita, allora è la demograzzia dell'arrivati!

Artro che caàti sur compiùte, se ni levi quer traguardo! Che a ben vedere, a Grillo n'è anche andata bene, a ritrovassi nella merda sortanto virtuale! Se ni caavano addosso perdavvero, vedrai era peggio! Con tutto quer che mangiano, c'è certi culi sono betoniere di merda perdavvero, roba da sotterratti vivo!

Perintanto però quella caàta ha smosso lo sdegno delle 'stituzzioni, che vabbene sono roba de' partiti anche quelle, ma tanto ora entra 'n polìtia anche Grillo cor bollino di garanzia alle su' liste civiche, e 'na vorta entrato sarà propio la garanzia d'esse' doventato un'istituzzione anche lui!

Mario Cardinali


copertina del Vernacoliere di ottobre 2007 

Un Libro di Sogni

Friday, October 19th, 2007

Un Libro di Sogni

"Le perversioni sono l’unico mezzo per abbattere le barriere fra le persone."
James G. Ballard

Dedicato a Caterina.

15.50 05/06/2007
In una citta’ di mare che mi ricorda Viareggio assieme a Caterina, c’e’ una specie di mercato per strada su un viale lungomare o simile. Un piccolo gatto nero gioca con uno specchio che sta appoggiato ad una parete. Caterina dice che siamo in un mondo malato… che il gatto sta giocando "con il nulla" e che questo e’ un segno di rovina, non so perche’ il gattino le fa pensare questo, io continuo a giocare con il micetto…c’e’ una bancarella che non riesco a capire cosa vende: sembrano dei piccoli flaconi come quelli che contengono le pillole, con una etichetta di carta adesiva che non ricordo cosa porta scritto, un numero in alto a destra che si e’ scolorito e non riesco a leggere. Dopo un po’ di girovagare nelle strade mi ritrovo nel giardino di una villa che sembra un ospedale, ci sono delle persone che sembrano in assemblea. Non conosco nessuno e mi sento a disagio. Quando mi sono svegliato Bubu (il gatto figlio di Micini che ho portato qui da Bosconi) era sdraiato al mio fianco sul letto. Da quando Bubu e’ qui con noi in questa casa i sogni con i gatti sono ricorrenti, ho sognato Bubu molte volte.

11.30 25/5/2007
Sono in una citta’ sconosciuta con vari amici. C’e’ Caterina, Natalia, Aquila, non ricordo bene gli altri. Ci sono delle band che si stanno preparando per suonare a un concerto. Io e Aquila parliamo e decidiamo di andare al concerto di Motorhead che tutti stanno aspettando. In auto con Aquila vicino a Fiesole. Entriamo in un bar dove incontriamo dei ragazzi che devono suonare con i Motorhead e li stanno aspettando. Io non vedo l’ ora che arrivi Lemmy per parlargli, Devo suonare anche io al concerto ma non ho il mio basso e quindi sono nella merda devo tornare a casa mia a prenderlo salgo in macchina con Natalia e Caterina ; arriviamo in un palazzo dove c’e’ un esposizione d’ arte. Rimango molto colpito, mentre giro per le stanze del palazzo, da un ennorme lastra di vetro come una gigantorgafia: e’ un graffito che invece di essere dipinto e’ stampato sul vetro con un vernice dorata; non ricordo cosa c’e’ scritto ma sembra un pezzo wildstyle con uno strano sfondo che sembra l’immagine fotografica di una citta’ con della gente che siede per terra vicino al pilastro di un ponte che potrebbe essere a Brooklyn. Continuiamo a vagare per le stanze alla mostra ma io sono preoccupato perche’ non voglio perdere il concerto e voglio parlare con Lemmy quindi cerco in tutti i modi di affrettare i tempi. Siamo nei dintorni di Fiesole in una specie di casa del popolo ed ecco che compare Lemmy che e’ molto cordiale e divertente e parla con le ragazze. Siamo seduti su dei divani con gli altri gruppi.

12.34 17/05/2007
In un complesso di cemento con cunicoli e sotterranei infestati da zombi. Sono assediato da una ragazza zombi che mi tiene prigioniero dentro una piccola stanza in uno scantinato. Siamo in cinque sei persone che cerchiamo di non attirare l’ attenzione dei mostri. Cerchiamo di distrarci scrivendo sui muri, facendo delle tag, ridendo e scherzando, cunicoli di cemento grigio. La ragazza zombi si avvicina a me che sono rintanato in un cesso dentro un sottopassaggio accanto ad una scala di cemento dove stanno seduti degli amici e delle amiche terrorizzate. La ragazza zombi si avvicina e mi sorride come imbarazzata. E’ un gioco a nascondino funereo e lento. Come in una moviola. Ho il cuore che mi batte a mille. Spero che qualcuno dei miei compagni di sventure riesca a distrarre lo zombi e ad attirarlo fuori dalla mia portata…attendo nascosto con il cuore in gola. Quel sorriso mortale e in qualche modo pieno di malizia, sensuale. Poi mi sono svegliato.

5.50 28/10/1995
Sto viaggiando in auto con Elisa e altre due persone, un uomo con i capelli corti sulla trentina e una ragazza. Abbiamo una strana vettura che sembra composta da due auto unite insieme. Con noi c’e’ un cane pastore tedesco bello grosso che tengo al guinzaglio e mi tira. Io lo porto a spasso, il cane e’ del mio compagno di viaggio. Arrivo all’ accampamento di fortuna, ci mettiamo sotto una tettoia. Vedo Elisa che fuma e prendo il suo hashish buttandolo per terra con fare sprezzante urlando "E BASTA CON QUESTA MERDA CHE TI FUMI SEMPRE".
Il nostro viaggio prosegue attraverso una citta’ di cui non ricordo niente. Ci sono degli scavi archeologici. Una piazza simile al teatro romano a Fiesole, ma con una chiesa romanica al posto del palco scenico. So che erano edifici ETRUSCHI e non riesco a ricordare da chi l’ho sentito dire. C’e’ una grande folla che guarda uno scavo recente, del giorno stesso che  Rivela una piccola apertura, una porta di ingresso alla CRIPTA della piccola chiesa. I muri sono fatti con blocchi di pietra grigia (come la pietra serena), enormi blocchi perfettamente allineati e levigati, come nella necropoli di Norchia, un atmosfera simile ma in mezzo ad una citta’. Mi avvicino all’ apertura con curiosita’, accanto a me nella folla Tania mi guarda terrorizzata. Varco la porta di entrata e subito vedo qualcosa che si divincola a pochi metri da me. E’ buio e non vedo bene, ma riesco a distinguere tre o quattro cobra che si contorcono strisciando, sfregandosi uno contro l’altro come se si accoppiassero, un amplesso o un combattimento. Indietreggio un po’ e subito ,attraverso una finestra, vedo un grande lago che prima non avevo notato a chilometri di distanza giu’ per la collina. Riflessi del sole sull’ acqua. E’ una visione bellissima e quasi non credo ai miei occhi finche’ non esco dalla cripta e vedo il lago on tutta la sua magnificenza…Poi il sogno cambia. I cobra si contorcono le loro teste schiacciate con fare minaccioso come se fossero dei guardiani di un luogo nascosto, segreto, forse un dedalo di corridoi e camere sotterranee. Ira mi ha detto di aver sognato anche lei delle rovine etrusche. La faccia di Tania nel mio sogno aveva un espressione di terrore, non so per quale motivo era cosi’ preoccupata per me, i serpenti non sembravano aggressivi.

15.00 4/12/1995
In viaggio in aereo con Enzo su di un aliante. Sorvoliamo una strada in una regione dell’ India. Il viaggio mi porta in una giungla sconosciuta.

31/12/1995
Sto facendo il bagno nel mare vicino a una citta’, ci sono molte persone con me in acqua: Laura, Elisa, Barbara, Domenico e altri che non ricordo. Il sogno cambia. Una strada in una citta’ di cemento alle mie spalle. Poi mi sogno di svegliarmi e parlare con Tania finche’ non mi sveglio veramente.

14.30 3/1/1996
Attraverso una distesa d’erba verde, degli alberi si chinano verso il terreno. Ho una strana sensazione. Entro in una casa, c’e’ una piazza di fronte al palazzo. Non so come sono arrivato, forse in auto con qualcuno che non ricordo.
La mia curiosita’ mi spinge su, fino all’ ultimo piano dell’edificio, un condominio. C’e’ il Nicotina alle prese con una delle sue amanti. Ci sono molte persone ed e’ come se stessi aspettando qualcuno che deve arrivare. Ecco infatti che arriva Olimpia con uno strano vestito bianco a pois neri o roba simile. Anche io indosso degli strani abiti: pantaloni neri, maglietta arancio fluorescente e gialla. quando mi rendo conto mi sento un idiota vestito cosi’ di  fronte a lei. Olimpia mi abbraccia e capisco che qualcosa va storto. Mi volto a guardarla mentre cammina e si toglie la giacca. poi mi dice "Vieni che ti faccio conoscere i miei amici" e gia’ capisco chi e’ il suo ragazzo. Un tipo con la faccia un po da sballato e gli occhi azzurri che mi saluta cordialmente. Tutti sembrano gentili con me, ma vorrei parlare con lei da solo. Me ne vado subito e scendo in strada dove incontro Antonio con una delle sue fantastiche bici. Ce ne andiamo insieme e gli racconto di lei.

13.20 7/3/1996
1. Cammino in strade sconosciute insieme a Tania. Siamo molto felici insieme. Lei mi bacia. poi mi sveglio.

2. Un mio disegno di un essere alieno; tiene in mano il calendario che ho appeso in camera.

11.15 9/3/1996
1. Sono su un palazzo volante, come un enorme bus. Entriamo in una citta’ dell’oriente. C’e’ mio zio Italo che mi invita a giocare a un video game, una simulazione di biliardo molto complessa. Mi sento come se tornassi bambino.
Foto mie e di mio padre che si mischiamo su di uno schermo. Bruno mi racconta una storia mentre camminiamo in una strada con un enorme bellissima aiuola alberata. Su di un ponte che attraversa il fiume c’e’ una specie di accampamento. Mi sposto di frequente e non torno mai nello stesso posto. Elisa e’ sul ponte con sua sorella, sua madre, Christian e qualcun altro. La guardo mentre si spoglia e mi eccito. Le sue curve mi appaiono come ancora piu’ accentuate che nella realta’. Poi lei mi dice di non guardarla mentre sto per prenderla. voglio dormire con lei, e’ notte e tutti si preparano a dormire. Mi allontano e distolgo lo sguardo dal suo culo per farla contenta. Il sogno cambia nuovamente, poi mi sveglio con il telefono che squilla.

2. Sto camminando in una strada e mi sento in pericolo, travolto dalle avversita’ del mondo immateriale dei sogni. vago come un cane la testa piena di pensieri. Preoccupazioni che mi stringono in una morsa. Piu’ cammino piu’ mi sento stanco, abbattuto. Mi rubano i vestiti, ma non ho neanche la forza di reagire o di gridare. Una sensazione di angoscia mi fa tremare le ossa. Sono disperato, ho freddo e non ho piu’ la giacca addosso, solo pantaloni e camicia, ma continuo a camminare. Mi sono svegliato in un bagno di sudore. Nella mia stanza faceva caldo.

12.50 10/3/1996
C’e’ una gran folla in una piazza e tutti stanno montando dei quadri (enormi pannelli dipinti a fianco di un edificio). Tutti sono indaffarati, e’ un lavoro lungo ma divertente. Con me c’e’ Sergio. Tutti collaborano gli uni con gli altri.

12/3/1996
Barbara non vuole piu’ vedermi. Una centrale nucleare che esplode, a Firenze in mezzo della citta’. Sono sul tetto di un grattacielo con Elisa e non sto pensando a niente. Ad un tratto dalla vetrata riesco a vedere una nube infuocata che si alza dalla citta’. Tutto il cielo e’ coperto da una coltre di fumo nero.
Nel sogno ho avuto un presagio dell’ esplosione. L’aria e’ irrespirabile. Cammino con Pippone su di un cavo metallico sospeso sopra il fiume. Il cavo (un cavo elettrico) ci conduce ad una piccola torretta di cemento sulla riva del fiume. Paesaggi di campagna che sfumano nell’infinito.

15.40 13/3/1996
Sto facendo il bagno nel mare in un bellissimo posto. C’e una strana scogliera (come una barriera di scogli a pochi metri dalla spiaggia).
Amaranta sta facendo il bagno con me e io la desidero. Cerco in tutti i modi di afferrarla, ma mi sfugge dalle mani. Il mare e’ calmo e mi culla dolcemente. E’ bello tuffarsi. Spiaggia, persone, donne in costume da bagno, l’ acqua mi accarezza la pelle. La scogliera e’ popolata da strani individui – burocrati in giacca e cravatta che si accaniscono su delle macchine calcolatrici. Io cerco ancora di raggiungere Amaranta che indossa un bikini. Sulla spiaggia, dietro le dune, ci sono dei turisti. Giochi di tombola interplanetari. La marea si abbassa  lentamente nella luce del pomeriggio. Decido di fare un bagno dopo aver rinunciato a raggiungere Amaranta. Prendo la rincorsa per tuffarmi, intanto il paesaggio e’ cambiato, ma il luogo e’ lo stesso. Piastrelle di ceramica ricoprono gli scogli. Tempo indefinito. Cielo – ombra – luce – tramonto – alba.
Sto per tuffarmi in mare ma scopro che l’acqua e’ sparita, prosciugata. Piastrelle di ceramica blu ricoprono il fondale marino come se fosse artificiale. Spiagge di cemento armato su cui si infrangono le onde del mare. La mia camminata lungo la riva prosegue in mezzo a corti di baccanti che festeggiano l’ arrivo dell’ estate. Il paesaggio cambia ancora. La citta’ prende il sopravvento sul mare. L’ istinto mi dice di continuare a camminare, come se dovessi arrivare in tempo ad un appuntamento. Incontro alcune compagne del liceo che non vedo da anni. Una in particolare mi si imprime nella memoria ma non riesco a ricordare il suo nome solo il cognome: Bianchi. Lei mi guarda e mi sorride mentre ci salutiamo, ma non ricordo il suo nome e lei sembra molto scocciata quando la chiamo Simona. Mi sembra che il suo vero nome sia Annarita. Mi stendo sull’ erba verde e morbida all’ ombra di alcuni alberi. Giochi spensierati sull’erba e armonia. Corro dietro a delle belle ragazze ma non riesco a prenderle, sfuggono, e mi sento come se stessi per impazzire. Mi fermo di nuovo sul prato come se la terra fosse la mia unica amante ed e’ dolcissimo farsi accarezzare dall’erba.

10.45 14/3/1996
Stefano e’ uscito dall’ ospedale e sta bene. Io e Chiara giochiamo a calcino. C’e’ Filippo, Barbara D. che mi abbraccia. Tania mi porta in un posto e mi dice che domenica visiteremo un’antica chiesetta romanica. Lei e’ molto dolce. Siamo in auto con qualcuno e non so dove andiamo. C’e’ un enorme edificio occupato dove si cucinano della grandi focacce cotte in forno.

13.25 29/4/1996
Un incubo. Una sensazione di paura nella luce dell’alba.

3/4/1996
Sono a letto con Tania. Lei sembra scocciata per qualche motico che ignoro.

6/4/1996
Di nuovo con Tania. Strana situazione. Lei mi dice che sono un porco maniaco, ma non ricordo di aver tentato di baciarla o di toccarla, nel sogno. Sono molto dispiaciuto per quello che mi dice e non so come scusarmi.

13.15 11/3/1996
Siedo su un divano e sto parlando con qualcuno che non ricordo. C’e’ anche Tania con me, seduta. Tutti indossiamo dei vestiti neri e parliamo di cosa ho fatto la sera prima. Tania e’ bellissima e io la guardo incantato mentre le parlo. Ma non riesco a sbloccarmi. Ce ne andiamo da questo posto, una stanza buia con mobili in stile moderno. Camminiamo per strada vicino alla stazione dopo essere usciti da un appartamento. Lei mi guarda fisso negli occhi e sembra annoiata perche’ io non mi decido a baciarla. La accarezzo. Siamo sdraiati sul pavimento e ci guardiamo. Decidiamo di uscire per fare due passi. Alla stazione c’e’ un gran viavai di gente. Dico a Tania di aspettarmi perche’ mi sono scordato qualcosa e torno dentro la stazione ferroviaria. Mi sento un po’ stravolto ma leggero e posso spiccare dei lunghi salti mentre corro fra la gente. Poi siamo di nuovo insieme sdraiati da qualche parte e finalmente la bacio e faccio l’amore con lei.

16.00 29/4/1996
Sono insieme a Tamara. Lei ha un vestito nero e lungo. Ho paura di lei e non so perche’.

15.00 12/5/1996
Sono in una specie di bar con un uomo un po’ sovrappeso, con gli occhi e i capelli neri un po’ calvo, che prepara dei panini. Mi sento a disagio. Cammino per la strada credo a Rifredi, eppure c’e’ qualcosa di strano. Le strade sono piu’ grandi di quelle del mondo reale come se fossi bambino e mi sembrassero piu’ grandi. Mi sento sballottato e c’e’ qualcosa che non mi torna.

14/5/1996
Sono nella casa dove sono cresciuto. E’ giorno. In casa con me c’e’ un piccolo coniglio bianco che scorrazza qua e la’. Sto parlando con qualcuno o forse sto cercando qualcosa. Apro la finestra che da sul terrazzo e mi distraggo di nuovo a cercare. Strade sconosciute. Gli argini di un fiume coperti d’erba. C’e’ Erika e mia madre. Qualcuno passeggia insieme a me. A un tratto mi sorge un orribile dubbio: ho lasciato la finestra aperta e il coniglietto potrebbe cadere dal terrazzo e sfracellarsi. Lo cerco come un pazzo per tutta la casa, ma il coniglio e’ scomparso e sono sicuro che e’ caduto dal balcone. Cerco a lungo e con impazienza ma non lo trovo. Sono DISPERATO per aver perso il mio piccolo amico e mi metto a piangere come un bambino, sdraiato sul pavimento, sbattendo i pugni per terra e mentre piango  vedo arrivare sul balcone degli uccelli attirati dalle mie grida e un gatto mi guarda incuriosito. Mi sento veramente triste. Poi mi sveglio ed ho una sensazione davvero sgradevole.

15/5/1996
Sto facendo il bagno in mare con Barbara. c’e’ anche qualcun’ altro. Un po’ di gente che sguazza nel mare calmo. Sono sicuro che e’ il Mar Tirreno e sono felice di essere la’. E’ estate e ho voglia di fare un bagno. Mi immergo nell’ acqua con una sensazione di benessere che mi pervade. Ma dopo un po’ il mare si rivela pieno di quelle strane ALGHE MARRONI che da piccolo mi disgustavano. Sono disturbato da queste strane piante marine e provo il desiderio di uscire dall’ acqua. Anche Barbara sta facendo il bagno ma non sembra essere disgustata dalle migliaia di sfere brune che galleggiano fino all’ orizzonte. Il sogno cambia. Un gruppo di ragazzi con degli strumenti musicali elettrici. Ho una voglia incredibile di suonare con loro e fare un po’ di casino per far divertire la gente. C’e’ un grande palco in una pineta e i ragazzi sono indaffarati a montare la strumentazione sul palco. Io sono distratto e Barbara mi fa riflettere su cose che non c’ entrano niente. Suono il basso di un ragazzo con i capelli lunghi e la barba. Un tipo ben piazzato. Lo strumento e’ strano e non capisco bene come si suona. Ho bisogno di tempo per organizzarmi, ma gli altri hanno gia’ iniziato a suonare e la gente sta ballando. Non so cosa stanno suonando e sono troppo impegnato a far funzionare l’ amplificatore, ma non ci riesco. Gli altri mi guardano come se fossi un idiota. Tutto inutile non riesco a far suonare lo strumento. Poi riesco a farlo funzionare ma e’ troppo tardi e se ne stanno andando tutti. Il concerto e’ finito e non sono riuscito a suonare una nota insieme a gli altri.

3.37 23/5/1996
Sono in una casa che sembra infestata dai fantasmi e non riesco a stare tranquillo. Con me ci sono altre persone che non percepiscono queste presenze. La casa e’ bella e sono con degli amici per passare un po’ di tempo insieme. Mi sono svegliato molte volte percio’ il sogno e’ molto vario. Entrando in una grotta sotterranea dove scorre un fiume fra le rocce calcaree incontro molte persone. Ci sono quasi tutti i miei amici. ARAL, la cagnetta di Chiara, mi lecca la faccia. Sono seduto su di un divano in un boschetto quando ecco che arriva Tania con il suo stupendo vestito turchese. Sono felice di vederla e ci mettiamo a ridere e scherzare insieme. Arriva Marcus con un amico, ma non ho tanta voglia di perdere tempo con lui perche’ vorrei parlare con Tania e lui fa l’ antipatico come al solito. Dopo qualche chiacchiera Marcus se ne va e ci lascia soli…Il sogno cambia. Sono sempre con Tania ma adesso siamo su una spiaggia in Sardegna. Non so come siamo arrivati in questo posto. Lei vuole andare nella Valle Della Luna, ma non so se e’ vicina. Ci avviciniamo alla costa e guardiamo l’orizzonte per capire dove siamo. La direzione sembra giusta… dobbiamo camminare verso ovest seguendo la spiaggia ma uno spettacolo incredibile mi immobilizza i piedi: al di la’ dell’ orizzonte, molto lontano da noi, riesco a vedere delle montagne innevate (forse le Alpi) lontane centinaia di chilometri. Siamo incantati, persi in quella visione stupenda, l’acqua blu del mare e’ molto calma. Il sogno cambia di nuovo. Sto passeggiando in un giardino assieme a Ira e stiamo parlando di Tania.  Ci fermiamo sull’ erba vicino a dei massi grigi. Mentre lei mi parla a raffica io mi guardo intorno e vedo una piccola pietra su cui cresce una pianta dalla quale e’ sbocciato un fiore AZZURRO. Ed ecco che subito dopo appare Tania come un fantasma. Vedo il suo vestito azzurro ammiccare dietro i cespugli. Le mostro il fiore azzurro che ho appena visto.

12.20 1/6/1996
Sono prigioniero in un carcere a New York, con un gruppo di amici: Marcello, Enzo, Leonardo, Alessio F., Sergio. Evadiamo dal carcere appena ci lasciano soli. Ma forse non e’ una cella , ma una centrale di polizia. Nello spazio onirico i luoghi si fondono insieme formando un tutt’uno.
Riusciamo ad evadere e vagando andiamo a finire in un giardino pubblico. Cammino nel giardino con Leo nella luce di mezzogiorno. E’ una bella giornata di sole e l’ ombra degli alberi ci da sollievo. Arriviamo ai confini del parco parlando della nostra evasione e chiedendoci dove sono finiti gli altri. C’e’ anche Massimo. Io e Leo entriamo a comprare delle sigarette in un bar. C’e una donna molto dolce e gentile che ci fa pagare con i soldi italiani e ci fa anche lo sconto. Ce ne andiamo dopo aver fatto colazione, la incontro di nuovo per strada vicino al albergo dove dormo. Solo che stavolta lei e’ piu’ giovane e mi invita a casa sua. E’ una bella ragazza con i capelli rossi lunghi e ricci. Mi fa entrare nella sua casa. Il sogno cambia. Sono su un aereo con i miei amici. Stiamo sorvolando l’oceano e vedo a qualche chilometro di distanza la grande metropoli con i suoi grattacieli e i suoi boulevard. Sono sulla costa del Pacifico ed ho voglia di fare il bagno. Sulla spiaggia mi tolgo i miei jeans tagliati corti, indosso una specie di "ciclisti" trasparenti che mi imbarazzano molto percio’ mi rimetto i jeans e mi tuffo in acqua.

14/6/1996
Ieri durante il temporale ho sognato di essere in una citta’ di cemento senza vie di uscita. In una appartata strada di periferia incontro Claudia una compagna di liceo. Facciamo una passeggiata.

28/9/1996
In viaggio per il mondo. Un treno mi porta a Delhi, con Barbara T. Una festa. Gente contenta e divertita. Grandi balli sfrenati. Musica che pesta duro fuori dagli altoparlanti. Di ritorno in Italia il viaggio e’ molto breve. Sono a bordo di un furgone, sul pianale, in autostrada. Una ragazza sta guidando a tutta birra. Mi mostra la Luna ed il Sole allineati nel cielo con un astro arancione.

4.29 31/1/1999
In giro per la campagna su di una strana moto: Una sfera al posto della ruota posteriore. Su un’ isola viaggiando in moto su delle rocce, salto e corro. C’e’ qualcun’altro con me su un’ altra moto. Mi faccio un tatuaggio da solo – sul braccio sinistro. Non riesco a ricordare il tatuaggio, credo una figura vista di profilo. Una donna mi chiede se le faccio un tattoo. Non so chi e’ – forse Barbara, oppure Clara. Sono a casa mia in un appartamento. Un tipo coi baffoni mi porta in giro su quella strana moto e mi insegna a guidarla.

15/2/1999
Sono con Christine in una citta’ molto grigia e buia e stiamo fuggendo da qualcosa.

21/2/1999
Una bellissima ragazza con gli occhi chiari, capelli ricci, alta, fisico da modella. Tento un approccio, ma lei e’ fredda e distaccata. Ha un corpo molto prosperoso. Tette mordide e grandi. Sono come incantato dalla sua bellezza. C’e’ una festa in una specie di tendone, co sono delle diapositive proiettate, musica. Lei e’ fuori dal tendone con me e la corteggio, ma lei non mi da spago.

20.40 7/3/1999
In viaggio con Barbara T. in macchina fino ad una citta’ molto moderna…una citta’ di cemento. Una grande strada che ci porta in una piazza. C’e’ un vecchio edificio che sembra antico e moderno al tempo stesso. Entriamo nel palazzo che sembra una reggia. C’e’ un uomo che somiglia a Jack Nicholson. C’e’ una festa molti ragazzi trentenni. Un’ enorme piscina e’ riempita con qualcosa che non e’ acqua, sembra una polvere in cui la gente si tuffa. Io non mi fido. Litigo con Barbara, non ricordo per quale motivo.

9/3/1999
1. Sono con Diletta in auto. Ci baciamo in mezzo a della gente. E’ giorno. Io sono eccitato. Lei e’ bellissima e indossa un vestito rosso. Rimaniamo vestiti mentre  ci baciamo e tocchiamo per qualche minuto. Sono estasiato. Mi sento ossessionato da una fiaba: Un ranocchio che si strozza con la sua corda di tristezza (la frase e’ in inglese ma non ricordo con precisione le parole).
Sono ossessionato da questa immagine e non riesco a pensare ad altro anche mentre bacio Diletta. Lei sembra percepire i miei pensieri e cerca di scuotermi  un po’ violentemente. Provo un dolore perfetto che mi eccita ancora di piu’. Lei esce dall’ auto e la seguo nel mio vicinato fino ad un sottopasso del metro (che non esiste nella realta’). Lei si ferma come per aspettarmi all’ angolo di una strada. La bacio per l’ultima volta poi lei sparisce fra la folla nella metropolitana. La guardo allontanarsi nel caos cittadino. Mi getto a capofitto nel metro per seguirla ma lei e’ gia’ scomparsa. Giovani senzatetto siedono sui pavimenti dei sottopassi. Mi fermo a fumare vicino a dei ragazzi che conosco ma non ricordo chi siano. c’e’ il Tibe. Arriva Anna C. e si siede accanto a me e mi fa rollare una canna di marijuana potentissima, quasi come un acido. Anna sembra curiosa di parlare con i ragazzi. Intanto nel metro e’ arrivata l’ora di chiusura e tutti si affrettano verso l’uscita. Vorrei fare accendere la canna ad Anna, ma c’e’ un gruppo di persone che sembrano poliziotti e veniamo fermati.  Con noi c’e’ anche Lucia. Ad un tratto qualcuno midice "Guarda cos’hai in faccia!". Mi tocco il volto che mi pare insanguinato, ma non e’ possibile. Qualcuno deve avermi spalmato della roba sul viso. Uno sbirro ce l’ ha con me, mi segue e minaccia di arrestarmi. Vedo una donna che viene portata via di peso da dei poliziotti in divisa. Riesco a chiudere una porta dietro di me che subito viene inchidata da qualcuno che sta dall’ altra parte. Mi trovo in una stanzetta a un livello piu’ alto. So che e’ il laboratorio di Jo La Face. Guardo dei proiettori collegati a giradischi e ad altri strumenti. Jo non c’e’ ma riesco a sentire la sua voce come registrata che mi parla. Dice qualcosa a proposito di un disco che non ricordo. Poi vedo delle immagini televisive: missili a testata nucleare cadono sull’ Europa. Vedo una mappa che mostra i livelli di radioattivita’ (le immagini non hanno il sonoro) ed ecco che appare Jo che mi parla come se niente fosse. Non so se dirgli delle immagini che ho appena visto.

2. Sto raccontando quello che ho sognato due ore fa a due belle ragazze che mi ospitano a casa loro. Non so chi siano. Capelli lunghi e neri. Mi sdraio in un letto con loro e le abbraccio. Sono fra le due donne che sono molto accondiscendenti. Loro abitano  su di un fiume – in un appartamento a cui si accede tramite una scaletta montata sul lato di un ponte che potrebbe essere il Ponte Vecchio o un ponte di Parigi. Non so in quale citta’ mi trovo. Sono felice di essere accudito e accarezzato. Le due donne mi baciano e vogliono scopare.

10.10 28/4/1999
1. Sono con Teresa che e’ venuta a dormire da me, ma lei non riesce a stare ferma. La seguo da una stanza all’ altra esco per strada per cercarla.

2. Siedo su di una poltrona con Teresa in un salotto. La abbraccio, come un istinto di protezione che mi viene dal cuore. Non e’ un sogno erotico, ma molto dolce e romantico

4.23 16/5/1999
Un sogno erotico futuristico. Insieme a una donna, nel futuro. Forse Teresa, o qualcuna che non conosco non so. Ascensori che viaggiano su piani spazio-temporali, come una macchina del tempo. Dentro una di queste macchine con una stupenda ragazza la bacio e la tocco. Lei sta "cercando un tempo" ben preciso e usciamo spesso dalla cabina per trovarlo. Finalmente arriviamo negli anni 90′ il nostro tempo. Usciamo da una porta in una strada che potrebbe essere a Firenze. C’e’ un appartamento e lei apre la porta con una strana chiave. Entriamo dentro con una grande voglia di scopare. Nella casa c’e’ un’ altra donna bionda, capelli ricci, corpo da modella. Saltiamo sul letto e iniziamo a fare sesso.

10.15 17/5/1999
Sono con Serena G. lei e’ bellissima. Sono ricercato dalla polizia. Nel sogno sono terribile. Ho ucciso qualcuno e non ricordo come…Sono tormentato da questo pensiero. Qualcuno mi parla di Serena.

13.45 12/7/1999
In viaggio con Barbara su di un isola. Non so come, sapevo che era "l’isola delle stinche" (non so neppure dove sia o se esista nella realta’ ma quello era il nome). Una giornata stupenda. Siamo in riva al mare e cerco di baciare Barbara e di accarezzarla, ma ci sono altre persone, troppe.

15.00 5/8/1999
1. In giro con Agnese per le strade di una citta’ (non so quale). Ci incontriamo di giorno in una grande piazza. Inizio a pedinarla come un agente segreto. Lei mi vede e ci mettiamo a camminare insieme mentre chiacchieriamo. Mentre cammono cerco di scoprire dove siamo diretti. Dessiderio sessuale represso. Dobbiamo salire su di un taxi e fare un lungo tragitto. Saliamo a bordo e mentre viaggiamo lei mi dice qualcosa (non ricordo) e ci baciamo. Un bacio lungo e appassionato. Arriviamo a casa sua. Dopo averla baciata mi sono svegliato per l’eccitazione.

2. Ad un concerto di Bowie in riva al mare. Non ricordo le canzoni che cantava.

13.25 7/8/1999
Sono a Firenze in piazza Pitti e devo piazzare una bomba di benzina proprio sotto delle impalcature che coprono la facciata di Palazzo Pitti. Con me c’e’ un vecchietto, non so chi sia, che accende la miccia di questa bomba molotow gigante. Cerco di non dare nell’ occhio mentre travaso la benzina dalla stagna che tengo in mano in un bidone che poi dovra’ esplodere. il vecchio ha un aiutante che lo segue. La piazza e’ piena di gente e ci sono molte auto parcheggiate di fronte al palazzo, come negli anni ’80. C’e’ un furgone della polizia con degli agenti che controllano i passanti. Il vecchio accende la miccia della sua molotow mentre io non ho ancora finito i preparativi per innescare la bomba. Una fiamma si alza nel cielo ed e’ subito l’ inferno, le impalcature prendono fuoco ed anche il palazzo. Ci allontaniamo velocemente prima che qualcuno ci veda. Mentre cammino nella strada che porta a Ponte Vecchio un cane poliziotto mi assale (forse sente addosso a me l’odore della benzina) e si mette ad abbaiare e mordere. La prima parte del sogno e’ piu’ confusa. C’ sempre fuoco nelle strade. Il portone dell’ Accademia in piazza S. Marco. Qualcuno ci ha dipinto sopre qualcosa, ci dipingo su anche io. Parlo con Federico mentre imbrattiamo il portone di legno. Poi ancora fuoco. Dopo l’ultima grande fiammata e l’ immagine della colonna di fumo che si alza da piazza Pitti mi sono svegliato.

12.00 8/8/1999
Su una barca che mi porta su di un’ isola. Una citta’ che ho gia’ visitato in sogno molte volte, ma non so dove mi trovo. Ci sono Sandra, Marcello, un ragazzo nero molto bello. Conosco il luogo alla perfezione, ma non so dove sono. Atmosfera di festa.
In una citta’ in toscana. In auto sull’ autostrada. Sono in compagnia di Chiara C., Christian W. e una ragazza che non conosco. Chiara abita con i suoi genitori nel sogno. Sono a casa sua con Christian e qualcun’altro e i genitori di Chiara ma non siamo tranquilli. Loro sono incazzati perche noi siamo li’, anche se non facciamo niente di male. L’altra ragazza e’ in mutande. Poi le due donne si appartano in una stanza. Vengo sbalzato avanti o indietro nel tempo. Il vortice mi porta in un capannone pieno di gente. Preparativi per un rave party. Tutti sono indaffarati. Ci arrivo con un pullman e appena arrivato scorgo Francesca P. parlare con degli amici. Scendo dal bus e vado a vedere chi c’e’.
Entro nel capannone e incontro Felix, Vanni (che inseguo mentre trasporta qualcosa di pesante), ma nessuno mi riconosce. Mi chiedo come puo’ essere. E’ come se il mio aspetto fosse diverso. Intanto qualcuno sta montando il sound system. Continuo a vagare fra la gente cercando qualcuno che mi riconosca. Sto masticando un enorme chewing gum e cerco di sputarla. Mi si attacca ai denti e io la tiro con le mani. Ne strappo via un pezzo, un altro, pio ancora uno finche’ mi strappo la protesi dentaria ed ho ancora la bocca piena di gomma che si mescola con la mia protesi cosi’ che non posso recuperarla e rischio di perderla. Continuo a togliermi pezzi di dente e di chewing gum dalla bocca. Poi mi sveglio angosciato.

16/9/1999
In un cortile con della ghiaia sul terreno, con molte persone di cui non ricordo nessuno. C’e’ una grossa tigre che mi segue ovunque. Sono ossessionato dall’ animale che non smette di seguirmi. Sono costretto a salire su di una torre di legno, una specie di impalcatura, un ponteggio con dei gradini alto 10 metri. La tigre mi segue e mi guarda da sotto la torretta, non so cosa fare per liberarmi di questa presenza minacciosa. Non so come riesco a far muovere e tremare tutto il ponteggio nel tentativo di spaventare l’animale che non sembra curarsene minimamente.

16.55 11/10/1999
Mi trovo a Rifredi. Tutti gli alberi sono atati tagliati e abbattuti, Tutti i palazzi distrutti, rasi al suolo. Con me si sono Marco (l’ autista del pulmino del Luzzi) e Maurizio C. che nel sogno e’ il figlio di Marco. Sono preoccupato perche’ non riesco a trovare casa mia. L’ unica cosa che non e’ cambiata e’ la strada che costeggia la riva del Terzolle. Mi capita spesso di sognare quel luogo dove andavo da bambino con mio nonno Piero. Sono davanti al Bubusettete, che e’ sparito. Al posto del distributore di benzina li di fronte c’e’ una grande torre di cemento a forma di doppia spirale. La torre, forse un grattacielo, e’ alta un centinaio di metri. Cerco di arrampicarmi dall’ intero su di un cornicione molto stretto. Sto per rinunciare perche’ inizio a soffrire di vertigini (non ho mai avuto vertigini nella realta’). La torre sembra instabile come se stesse per crollare – ho questa sensazione – ma la gente che ci sta dentro sembra divertirsi e c’e’ addirittuta una festa, con delle bancarelle che vendono dischi dei Beatles che io sfoglio con un certo nervosismo. Musica ad alto volume. All’ ultimo piano ( se cosi’ si puo’ chiamare un pavimento che si regge con delle corde e su cui non mi fido a salire) c’e’ addirittura un buffet. Chiara e’ sopra di me su questo piano e mi dice di raggiungerla. Ma io vorrei scendere con lei dalla torre. Sono preoccupato per l’instabilita’ del pavimento che la regge; lei sembra tranquilla e sicura.

22.50 7/5/2000
Una giornata al mare. Il sole splende alto nel cielo ma io non sono tranquillo. Sono insieme a Paola C. su una spiaggia con altre persone. C’e anche Lorenzo con noi che sembra non volermi ascoltare mentre parlo.

3.42 9/5/2000
1. Sono con Chiara in un appartamento e facciamo l’amore. Lei se ne va e io comincio a cercarla dappertutto disperato. Una citta’ ultramoderna con degli enormi grattacieli, non so perche’ ma mi e’ familiare. Cerco ovunque ma Chiara non c’e’. Poi qualcuno mi dice che lei lavora in una pizzeria e io penso "fara’ la cameriera"; mentre invece fa le pizze.

2. Sono insieme ad Elisa nel suo appartamento (che non e’ il suo appartamento della realta’). E’ mattina. Tocco la sua pelle, il suo corpo. Un sogno molto reale, vivido. Sono cosi stranito che non riesco a rendermi conto di quello che accade. Elisa sembra molto divertita da questa situazione. Sono molto eccitato.

3. Insieme a Tania in una fattoria in campagna con gli animali. Due tacchini si rincorrono dietro un tavolo da ping pong. Io sto cucinando una zuppa di palline da ping pong di cellulosa. Dentro la pentola ci sono anche delle magliette dipinte e mi chiedo come fa a entrare tutta quella roba in una pentola cosi’ piccola. Sulle maglie disegni in stile techno-rave e metal. Con me c’e’ Massimo B. e facciamo karate o kung fu cosi’ per gioco. C’e’ una grande prateria verdissima e salto da una collina all’ altra. Gli amici mi guardano divertiti.

22.50 31/7/2000
Cammino per le strade di New York con delle amiche, delle ragazze che nel sogno conoscevo e che non ho mai visto da sveglio. Forse delle proiezioni di Hela e Tina. Cammino in un boulevard in cerca di un bus o un metro che mi porti a Manhattan. Mi guardo intorno cercando i celeberrimi grattacieli che mi sono familiari, ma non riesco a vederli, in qualsiasi direzione guardo. La citta’ inizia a trasformarsi davanti ai miei occhi e sempre piu’ ho l’ impressione di riconoscere degli edifici – non newyorchesi ma in stile fiorentino- edifici di pietra come quelli italiani che mi appaiono cosi’ strani in quel contesto. Nessuno sa indicarmi in che direzione e’ Manhattan. Sono sempre con le ragazze, delle studentesse credo, mentre la citta’ continua a trasformarsi e ad assumere un aspetto sempre piu’ rinascimentale. Continuo a cercare l’ Empire State Building o il grattacielo della Panam. Entriamo in un giardino all’ italiana nel bel mezzo dei boulevard. Una bella ragazza con lunghi capelli neri cammina di fronte a me. La seguo. Lei scivola sulla detta battuta in un viottolo e cade nella corte di un palazzo rinascimentale  che mi ricorda Firenze o Roma. Mentre cade nel grande atrio riesce ad appigliarsi ad una finestra. Sotto di lei 20 30 metri di caduta. Io non so cosa fare e lei mi prega di aiutarla, ma quanto puo’ resistere prima di cadere nel vuoto?  Corro a chiamare le mie amiche ma mi sveglio con il cuore in gola.

14,30 22/8/2000
Con Chiara a Casabella, la casa a Viliani dove viveva Caterina, la casa nel sogno e’ completamente diversa. In camera con Chiara (la sua camera e’ diversa) ci baciamo sul suo letto e ci accarezziamo felici, ma siamo circondati da troppe persone e quindi non mi sento tranquillo.

21.30 10/10/2000
Nel mondo dei morti con Caterina. Ci sentiamo molto soli. Ci sono delle persone che ci minacciano. In auto per le strade di una citta’ sconosciuta. Dei loschi figuri ci danno la caccia. Grandi manifesti pubblicitari inquietanti. In un palazzo che sembra una scuola costruita nei primi anni del millenovecento. Molte grandi finestre. L’edificio sembra deserto, anche se fuori dalla stanza dove dormiamo udiamo dei rumori. Un risuonare di passi spettrali e delle voci. Sono inquieto e non capisco perche’. La stanza, dove mi trovo insieme a Caterina, e’ piena di scatole, mobili impolverati e piante che crescono in mezzo a tutto quel ciarpame. Uno strano vecchietto (eta’ circa 80 o piu’) buffo e gentile, che cammina come se avesse le pattine ai piedi, mi chiede se la stanza e’ in ordine. Ad un tratto comprendo che e’ cieco. Mi e’ simpatico e anche se mi fa molta pena io e Caterina lo prendiamo un po’ in giro. Poi incontro Marco Z. e Mimmo, qualcuno ha seviziato Marco e gli ha amputato le braccia, ma sembra che lui stia bene. Siamo tutti molto perplessi e non sappiamo che fare. Le persone che abitano questo luogo sembrano imbalsamate. Fuori dalle finestre una fitta nebbia impedisce la vista. Decidiamo di uscire dalla stanza per indagare. Appena usciti dalla stanza incontriamo una donna di circa quarant’anni, capelli neri raccolti,pettinatura ottocentesca, abito da impiegata di banca dell’ottocento. Ha una faccia rassicurante e persuasiva. Le chiedo dove siamo e perche’ in quel luogo hanno tutti un aspetto strano e perche’ tutto e’ cosi irreale… Le chiedo "Ma cos’e’? Siamo morti?". quasi senza pensare quelle parole mi escono dalla bocca automaticamente… Lei risponde "Esattamente questo". Rimango impietrito prima di essere assalito dalla disperazione. Ho una crisi di nervi e inizio ad urlare "COM’E’ POSSIBILE CHE NON CI SIAMO ACCORTI?" e crollo ai piedi di Caterina… intanto la donna e’ scomparsa e, in quell’enorme corridoio pieno di finestre, vedo figure spettrali vestite con abiti del settecento. Decine e decine di donne stanno immobili e guardano la nebbia attraverso le finestre. Se ne stanno immobili a guardare come fossero impagliati nel limbo polveroso di un millennio ormai trascorso. Guardo Caterina e lei e’ cosi’ triste e sconvolta che sta per mettersi a piangere: e’ rassegnata. Io sono letteralmente col culo per terra ai suoi piedi, seduto fra le sue gambe, non so come consolarla. Mi sono svegliato quasi in lacrime nella stanza degli ospiti all’Allodola, che era simile alla stanza nel sogno.

THX  19 ottobre 2007 – 20:16:15

Immagine: THX

THX 1138 – K. Thole cover art

Friday, August 3rd, 2007


copertina di Urania # 776 del 25-3-1979; art:  Karel Thole

dal retro copertina di Urania # 776 – THX 1138; Ben Bova, 1971:

Ecco il nuovo film del regista di "Guerre Stellari", nel magistrale romanzo scritto da Ben Bova. Siamo nel XXV Secolo e la Società, per il suo bene, naturalmente, è "totalmente controllata". I cittadini vengono concepiti in provetta, sviluppati in recipienti, battezzati con una sigla, educati per via intravenosa e mantenuti in "stato di innocenza" mediante l'uso obbligatorio di droghe. Tutti poi, le precauzioni non sono mai troppe, sono sottoposti a costante controllo elettronico. Non si vede dunque come una certa scandalosa e antichissima storia potrebbe ripetersi. E invece, puntualmente, si ripete. Solo che l'Adamo di questo Eden sociale si chiama THX 1138, mentre la sua bella compagna di stanza che lo induce in tentazione ("Tanto" dice, "chi se ne accorgerà?") risponde al nome di LUH 3417. 

A cover from 1976 by Karel Thole: Note the curious foreshadowing of Pope Benedict XVI.
copertina di Urania 745
26-3-1978 – Il dilemma di Benedetto XVI

per info su Karel Thole:

http://en.wikipedia.org/wiki/Karel_Thole 

http://it.wikipedia.org/wiki/Karel_Thole 

per info su Ben Bova:

http://www.benbova.net/

http://en.wikipedia.org/wiki/Ben_Bova

per info su Urania:

http://en.wikipedia.org/wiki/Urania_%28magazine%29 

http://www.mondourania.com/ 

Copyright e copyriot

Sunday, July 8th, 2007

Copyright e copyriot

Diffusione libera di informazione in italia e all’estero

Un problema legale ha recentemente coinvolto textz.com in seguito alla denuncia per aver diffuso liberamente diverse pagine di un libro di Adorno (http://www.textz.com/adorno/).

Dalla pagina http://www.neural.it/nnews/greytuesdayadorno.htm (27.02.04)

"Sebastian Luetgert, animatore di textz.com, sito che da anni rende scaricabili in formato testo celebri libri politici e letterari, sta rischiando l’arresto. La Hamburg Foundation for the Advancement of Science and Culture gli ha chiesto di pagare 2.300 euro per la pubblicazione non autorizzata di due testi di Theodor W. Adorno (‘Jargon der Eigentlichkeit’ e ‘Fascism and Anti-Semitic Propaganda’), di cui la fondazione avrebbe i diritti. La denuncia fu fatta nel 2002, senza alcuna comunicazione a textz.com, che, una volta notificato della stessa provvide a rimuovere immediatamente i file. La fondazione, il cui nome ha assunto risvolti quantomeno ironici, ha persino impugnato una richiesta di dottorato gratuito per ripagare il danno causato, spingendo ancora di più la richiesta di pagamento o di arresto. A questo punto Luetgert ha deciso di rendere pubblico il tutto, contando nel sostegno della quantità di gente che avvezza alle regole autodeterminate che vigono in rete, vede l’assurdità della richiesta. La persecuzione sui due testi di Adorno sembra ancora più paradossale, tenendo presente i contenuti dei testi stessi. Varie le possibilità di supportare Luetgert, fra cui una petizione, un banner, e l’acquisto di una copia di The Conceptual Crisis of Private Property as a Crisis in Practice, per sostenere le spese legali."

Ho deciso di uploadare alcuni testi in lingua inglese molto interessanti che erano disponibili nel sito http://www.textz.com. Li potete trovare qui.


..

File

finnegan-s_wake.txt

1.3 MB

File

hardt_negri_empire.txt


1 MB

File

snow_crash.txt


887 KB

File

les_120_journees_de_sodome.txt

867 KB

File

mille_plateaux.txt

734 KB

File

the_difference_engine.txt


806 KB

File

justine.txt


661 KB

File

the_hacker_crackdown.txt


657 KB

File

kafka_il_processo.txt


467 KB

File

a_brief_history_of_time.txt


365 KB

File

steal_this_book.txt

374 KB

File

shaviro_doom_patrols.txt

381 KB

File

the_devil-s_dictionary.txt

386 KB

File

metrophage.txt

503 KB

File

the_big_sleep.txt


346 KB
 
 
Basta censura! 
No more censorship!

I testi del sito Textz.com si possono trovare anche qui (http://fortunaty.net/text/textz/).  

Buona lettura

xxx