100 anni di Futurismo

Il Futurismo compie cento anni (data di pubblicazione del "Manifesto del Futurismo" di F.T. Marinetti sul quotidiano "Le Figaro" il 20 febbraio 1909).

immagini da Wikipedia (http://en.wikipedia.org/wiki/Futurism):

 

Umberto Boccioni, The City Rises (1910)

 

Umberto Boccioni, Unique Forms of Continuity in Space (1913)
 

Natalia Goncharova, Cyclist, 1913

 

Futurist musicians Luigi Russolo (left) and Ugo Piatti with intonarumori.

 

The cover of the last edition of BLAST, the literary magazine of the British Vorticist movement, a movement heavily influenced by futurism. 

info:

http://it.wikipedia.org/wiki/Futurismo — Futurismo su Wikipedia

http://it.wikipedia.org/wiki/Futurismo#Futuristi_italiani — elenco dei Futuristi italiani 

testi futuristi — testi Futuristi

http://en.wikipedia.org/wiki/Futurism_(music) — musica Futurista 

artofnoises.pdf — "L’arte dei rumori": primo testo di musica rumorista scritto da Luigi Russolo, futurista, pittore, compositore e inventore dell’Intonarumori e del Rumorarmonio, i primi strumenti rumoristi della storia della musica moderna.

il Manifesto del Futurismo letto da Carmelo Bene:


fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Manifesto_del_futurismo 

Manifesto del Futurismo

Le Figaro20 febbraio 1909

  1. Noi vogliamo cantare l’amor del pericolo, l’abitudine all’energia e alla temerità.
  2. Il coraggio, l’audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.
  3. La letteratura esaltò fino ad oggi l’immobilità penosa, l’estasi ed
    il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia
    febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.
  4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una
    bellezza nuova; la bellezza della velocità. Un’automobile da corsa col
    suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito
    esplosivo…un’automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia,
    è più bella della Vittoria di Samotracia.
  5. Noi vogliamo inneggiare all’uomo che tiene il volante, la cui asta
    ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito
    della sua orbita.
  6. Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo e munificenza,
    per aumentare l’entusiastico fervore degli elementi primordiali.
  7. Non v’è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non
    abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve
    essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per
    ridurle a prostrarsi davanti all’uomo.
  8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!… Perché dovremmo
    guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte
    dell’impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già
    nell’assoluto, poiché abbiamo già creata l’eterna velocità onnipresente.
  9. Noi vogliamo glorificare la guerra – sola igiene del mondo – il
    militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei liberatori, le
    belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.
  10. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie
    d’ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro
    ogni viltà opportunistica e utilitaria.
  11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o
    dalla sommossa: canteremo le marce multicolori e polifoniche delle
    rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore
    notturno degli arsenali e dei cantieri, incendiati da violente lune
    elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le
    officine appese alle nuvole per i contorti fili dei loro fumi; i ponti
    simili a ginnasti giganti che fiutano l’orizzonte, e le locomotive
    dall’ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli
    d’acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la
    cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come
    una folla entusiasta. È dall’Italia che noi lanciamo per il mondo
    questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale
    fondiamo oggi il FUTURISMO perché vogliamo liberare questo paese dalla
    sua fetida cancrena di professori, d’archeologi, di ciceroni e
    d’antiquari. Già per troppo tempo l’Italia è stata un mercato di
    rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagli innumerevoli musei che la
    coprono tutta di cimiteri.
Filippo Tommaso Marinetti 

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