Archive for the ‘letteratura’ Category

Ruggine # 1

Wednesday, July 8th, 2009

fonte: http://geigerdysf.splinder.com/post/20771442/Ruggine+nr.1+-+rivista+di+fant 

Ruggine nr.1 – rivista di fantascienza radicale

  “Così come la ruggine modifica i rifiuti metallici, regalandogli nuova consistenza e sfumature di un colore intenso, la nostra immaginazione interagisce con la realtà e la trasforma. I racconti che troverete nelle pagine di Ruggine, dal surreale e tenerissimo Licheni, passando per l’incubo claustrofobico di Occhio sbarrato fiero, per finire dentro il ventre del corpo legislativo in Gravidanza asociale (per citarne solo alcuni), parlano del nostro presente, sfidandovi a riconoscerlo nelle fasi della sua deformazione.”
  Così recita l’editoriale di presentazione del nr.1 di Ruggine, rivista autoprodotta dedicata alla narrativa italiana di fantascienza radicale e steampunk, legata ai circuiti di autoproduzione di alcuni centri sociali, come ask191 di Palermo, o il csa Next Emerson di Firenze, attenti anche a quanto di nuovo sta emergendo dallo steampunk, con eventi e incontri dedicati alla presentazione della "Guida steampunk all’apocalisse" di Margaret Killjoy (www.agenziax.it/) o del cortometraggio "The Mysterious Geographic Exploration of Jasper Morello" di Anthony Lucas, fra do-it-yourself e controcultura.


 
SOMMARIO

racconti

CHANANKE di Ginox 5

Giosuè, Jona, Gianadelio, Calogero e Santo

di Franco Binelli 6

BABAU OLIO SU TELA di Ginox 25

CHANANKE: HIDEO di Ginox 28

LICHENI di Pinche 30

OCCHIO SBARRATO FIERO di regina zabo 37

GRAVIDANZA ASOCIALE di Alberto Prunetti 51

CHANANKE: IL PITTORE VEGGENTE di Ginox 53

NUDA FORZA della Catastrophone Orchestra 54

CHANANKE: HELEN di Ginox 74

poesie

[ ] di C 22

[PASSEGGERO 913087] di Beta 23

[INCOMPLETO] di Beta 23

Editoriale

  Se pensate che in tempi di crisi la cosa migliore da fare sia aspettare, con le braccia conserte e lo sguardo assente, un nuovo miracolo che venga a risollevarci dal baratro in cui siamo caduti, probabilmente non troverete interessante continuare a leggere queste righe.

  La crisi è l’ennesima conseguenza di un sistema votato al collasso che ci vuole spaventati e rassegnati, l’ennesimo spettro che ci terrorizza, non il primo e sicuramente nemmeno l’ultimo. Nelle discariche che costituiscono la geografia esaurita di un mondo violentato quotidianamente da un progresso (altra parola magica di fronte a cui tutti dovrebbero inchinarsi, fino a spezzarsi) che è fatto di morte, sfruttamento, sperimentazioni, distruzioni e “necessarie” ricostruzioni, ci muoviamo ormai da tempo immemorabile, cercando i pezzi di ricambio per ridisegnare un altro modo di vivere.

  Così come la ruggine modifica i rifiuti metallici, regalandogli nuova consistenza e sfumature di un colore intenso, la nostra immaginazione interagisce con la realtà e la trasforma. I racconti che troverete nelle pagine di Ruggine, dal surreale e tenerissimo Licheni, passando per l’incubo claustrofobico di Occhio sbarrato fiero, per finire dentro il ventre del corpo legislativo in Gravidanza asociale (per citarne solo alcuni), parlano del nostro presente, sfidandovi a riconoscerlo nelle fasi della sua deformazione.  
  Un percorso di segni e disegni che accompagnano la metamorfosi della quotidianità, traslandola in un altro spazio-tempo (non importa se passato o futuro), proiettandola in un’altra dimensione che è quella del possibile.
Ed è qui, in queste immateriali zone di transito che le nostre utopie trovano un luogo, i nostri desideri forma e voce, le nostre paure escono allo scoperto, perché dobbiamo farci i conti e, forse, esorcizzarle.

  Siamo convinti che la realtà in cui siamo immersi non segua nessun destino ineluttabile, ed è per questo che possiamo prenderne le distanze, per riderci sopra prendendola sul serio, per ironizzare sui paradossi che la compongono, per costruirne un’altra, iniziando a immaginarla, mentre lottiamo contro i mulini a fusione nucleare.

La rivista è liberamente scaricabile in pdf a questo link: http://collanediruggine.noblogs.org/

qui potete scaricare il nr.0: http://collanediruggine.noblogs.org/gallery/3044/ruggine.pdf

http://nula.cc/

Monday, June 29th, 2009

fonte: http://nula.cc/ 

"When
I was young, I believed in expression. … I wanted to express
everything. … Now I … no longer believe in expression. I only believe
in allusion."

Jorge Luis Borges

"We do our best work when we don’t know what we’re doing."

John Cage

contact nula directly at: info@nula.cc (you can also use this address to be removed from the nula mailing list)

about nula:

nula is the source of a ser­ies of file­casts, each con­sist­ing of an as­semb­lage of sounds, im­ages, or words, made avail­ab­le for down­load, shar­ing, com­men­tary, and fur­ther man­i­pu­la­tion.

file­casts are gen­er­al­ly, tho not ex­clus­ive­ly, cre­ated from found ma­ter­ial. it would per­haps be coun­ter­pro­duc­tive to de­lim­it what this ma­ter­ial may con­sist of, or what

trans­for­ma­tions it may un­der­go. the ten­den­cy here will simp­ly be to let the work speak for it­self as much as it can.

com­mu­ni­ca­tion is wel­come and en­cour­aged. send­ing an email to editor@nula.cc is a good place to start. 

2455005 on air.

2455005 on air. 1. outside a radio station along the mekong river in kratie, cambodia, around midnight. 2. in which wire recording is demonstrated at a social gathering in 1948. 3. an old serbian phonograph record sings a duet with itself. 16 minutes.
 
link:
Public Works Productions — http://pwp.detritus.net/ 

100 anni di Futurismo

Monday, April 27th, 2009

Il Futurismo compie cento anni (data di pubblicazione del "Manifesto del Futurismo" di F.T. Marinetti sul quotidiano "Le Figaro" il 20 febbraio 1909).

immagini da Wikipedia (http://en.wikipedia.org/wiki/Futurism):

 

Umberto Boccioni, The City Rises (1910)

 

Umberto Boccioni, Unique Forms of Continuity in Space (1913)
 

Natalia Goncharova, Cyclist, 1913

 

Futurist musicians Luigi Russolo (left) and Ugo Piatti with intonarumori.

 

The cover of the last edition of BLAST, the literary magazine of the British Vorticist movement, a movement heavily influenced by futurism. 

info:

http://it.wikipedia.org/wiki/Futurismo — Futurismo su Wikipedia

http://it.wikipedia.org/wiki/Futurismo#Futuristi_italiani — elenco dei Futuristi italiani 

testi futuristi — testi Futuristi

http://en.wikipedia.org/wiki/Futurism_(music) — musica Futurista 

artofnoises.pdf — "L’arte dei rumori": primo testo di musica rumorista scritto da Luigi Russolo, futurista, pittore, compositore e inventore dell’Intonarumori e del Rumorarmonio, i primi strumenti rumoristi della storia della musica moderna.

il Manifesto del Futurismo letto da Carmelo Bene:


fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Manifesto_del_futurismo 

Manifesto del Futurismo

Le Figaro20 febbraio 1909

  1. Noi vogliamo cantare l’amor del pericolo, l’abitudine all’energia e alla temerità.
  2. Il coraggio, l’audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.
  3. La letteratura esaltò fino ad oggi l’immobilità penosa, l’estasi ed
    il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia
    febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.
  4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una
    bellezza nuova; la bellezza della velocità. Un’automobile da corsa col
    suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito
    esplosivo…un’automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia,
    è più bella della Vittoria di Samotracia.
  5. Noi vogliamo inneggiare all’uomo che tiene il volante, la cui asta
    ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito
    della sua orbita.
  6. Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo e munificenza,
    per aumentare l’entusiastico fervore degli elementi primordiali.
  7. Non v’è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non
    abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve
    essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per
    ridurle a prostrarsi davanti all’uomo.
  8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!… Perché dovremmo
    guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte
    dell’impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già
    nell’assoluto, poiché abbiamo già creata l’eterna velocità onnipresente.
  9. Noi vogliamo glorificare la guerra – sola igiene del mondo – il
    militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei liberatori, le
    belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.
  10. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie
    d’ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro
    ogni viltà opportunistica e utilitaria.
  11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o
    dalla sommossa: canteremo le marce multicolori e polifoniche delle
    rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore
    notturno degli arsenali e dei cantieri, incendiati da violente lune
    elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le
    officine appese alle nuvole per i contorti fili dei loro fumi; i ponti
    simili a ginnasti giganti che fiutano l’orizzonte, e le locomotive
    dall’ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli
    d’acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la
    cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come
    una folla entusiasta. È dall’Italia che noi lanciamo per il mondo
    questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale
    fondiamo oggi il FUTURISMO perché vogliamo liberare questo paese dalla
    sua fetida cancrena di professori, d’archeologi, di ciceroni e
    d’antiquari. Già per troppo tempo l’Italia è stata un mercato di
    rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagli innumerevoli musei che la
    coprono tutta di cimiteri.
Filippo Tommaso Marinetti 

J.G. Ballard 1930-2009 R.I.P.

Tuesday, April 21st, 2009

Sono appena venuto a conoscenza della scomparsa di J.G. Ballard, maestro della di letteratura fantascienza e teorico e precursore del filone letterario cyberpunk, insieme a W.S. Burroughs questo autore ha cambiato l’immaginario umano con i suoi racconti e romanzi ambientati in un vicino futuro spesso orribile e oscuro. Riposa in pace.

THX


fonte: http://cavallette.autistici.org/2009/04/3451

J.G. Ballard 1930-2009 R.I.P.

Pubblicato il 20.04.2009 in Comunicati, Cronache_Terrestri da R* ||

ballard-noblogs

La morte di Ballard era stata già annunciata un anno fa circa, nella
sua autobiografia. Mi ricordo che avevo letto l’articolo su qualche
giornale e nella mia mente era rimasto impresso l’associazione
Ballard – cancro al pancreas. Tanto che quando questa mattina
ho letto della sua morte, ho formulato l’irriverente, poco
rispettoso, ma inevitabile pensiero: “o non era già morto
l’anno scorso ?”. E invece no, era solo che io l’avevo già
catalogato tra gli autori trapassati.
Ballard è un narratore che piace credo a tutto il collettivo
di A/I, tanto che nella home di noblogs abbiamo messo la sua frasetta
“The environment is so full of television, party political broadcasts and
advertising campaigns that you hardly need to do anything”.
Ci ha dato molto in termini di approccio critico alla realtà, leggendolo
abbiamo affinato il nostro modo di comprendere questo tragicomico mondo.
Era un potente digestivo a quel misto di schifo, paranoia, ansia e senso di soffocamento
che ci coglie nel guardare/vivere le nostre metropoli.
Io immagino la lunga agonia di Ballard, un po’ come descritto
nel film le Invasioni Barbariche, un trapasso in qualche modo sereno.


testi dall’archivio di Streptos:

j.g. ballard album (testi e scansioni) – clicca per enrare nell’album

scansioni dal numero 8/9 della rivista californiana RE/search edita da Vale – clicca sulle immagini per ingrandire: 

clicca sulle immagini per ingrandire

link:

http://www.researchpubs.com/Blog/?p=163 

http://www.ballardian.com/

http://news.bbc.co.uk/2/hi/entertainment/8007331.stm

http://www.fantascienza.com/catalogo/autore.php?id=213

http://www.feltrinellieditore.it/MaterialiCollegati?id_autore=191059

http://www.shake.it/index.php?53&backPID=53&productID=175&pid_product=53&detail=

http://www.delos.fantascienza.com/delos31/ballard.html

http://www.intercom.publinet.it/2000/ballard2r.htm

http://www.rickmcgrath.com/jgballard/jgb_secondarybiblio.html 

Odio gli indifferenti

Tuesday, February 10th, 2009

Antonio Gramsci – Indifferenti

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

11 febbraio 1917